L'ho già detto molte volte, in altre occasioni e qui lo ribadisco
nuovamente che negli ultimi anni la Polonia in ambito Progressive
Rock e Metal Prog sta crescendo in maniera esponenziale. Ci tengo
a ribadirlo perché quando una nazione comincia a fare seriamente
con la musica più ricercata (anche se sempre di Rock si tratta,
per molti erroneamente considerato nulla di colto), è giusto
che goda delle luci della ribalta.
La tedesca Progressive Promotion Records è una label che sta
a sua volta crescendo e da questo sodalizio di intenti non può
che scaturirne un prodotto interessante. C'è volontà
di scoprire nuove strade e di supportarle, anche se in questo ambito
i Dream Theater hanno segnato un solco a dir poco voraginoso. Il sestetto
polacco con "Lost In Perception" giunge al secondo cd da
studio, terzo se andiamo a considerare anche l'EP "Spectrum Of
The Green Morning", autoproduzione del 2007.
Il vero primo cd risale dunque al 2008, il buon "Stolen Thoughts"
(Just For Kicks), un connubio fra Dream Theater, King Crimson e Pink
Floyd, il tutto con le dovute attenuanti del caso. Oggi invece i Retrospective
cercano di aprire una nuova porta nella loro carriera, forse anche
una naturale evoluzione dettata dall'esperienza maturata negli anni,
immaginate ora i Marillion, i Van Der Graaf Generator (per la voce
a volte simile a quella di Petere Hammill) ed i Pink Floyd che si
mettono a picchiare duro sugli strumenti, un bilanciamento fra arie
romantiche ed Heavy Metal molto vicino ai connazionali Riverside.
Il lavoro vocale di Jakub Roszak è dunque profondo, interpretativo,
perfetto viatico dei testi introspettivi narranti l'ego umano, di
situazioni oniriche e comunque sempre velate di un filo di oscurità
nostalgica. Tutto questo lo si può già ascoltare nell'iniziale
"The End Of The Winter Lethargy".
La sezione ritmica composta da Robert Kusik (batteria) e da Lukasz
Marszalek (basso) esegue il proprio lavoro in maniera ineccepibile,
senza strafare, così le chitarre di Maciej Klimek ed Alan Szczepaniak
ogni tanto lanciate in buoni, seppur brevi, assolo. Fondamentale il
supporto spesso soave delle tastiere di Beata Lagoda.
"Huge Black Hour" racconta che si può essere coinvolgenti
e duri allo stesso momento, semplice da memorizzare. Ma i giochi cominciano
a farsi seri quando giunge "Egoist", la band entra nel proprio
stato d'animo quando i ritmi scemano, mostrando un anima nera malleabile
alla sensibilità, elevata alla potenza dal lavoro fondamentale
delle tastiere che sgocciolano note di sensibilità.
Con "Lunch" si cambia ritmo, un raggio di sole che riporta
alla mente il periodo d'oro del Rock, quello sostenuto dalle chitarre
dei Pink Floyd in primis. L'ingresso vocale di Lagoda è valore
aggiunto, sicuramente uno dei frangenti più alti di tutto "Lost
In Perception". Ancora una volta si percorrono strade introspettive
nella lenta "Our Story Is Beginning Now", da sottolineare
che le ballate della band non sono mai melense, richiedono sempre
uno stato d'animo preparato in quanto dedite ad un modo di comporre
poco scontato. Cardine della personalità odierna dei Retrospective
è "Tomorrow Will Change", in essa si aggirano tutti
gli ingredienti del loro composto. Riescono anche a giocare con "Musical
Land", qui si avvicinano fortemente ai Porcupine Tree e comunque
ci deliziano con un solo di chitarra finalmente incisivo. "Ocean
Of A Little Thoughts" è leggera, melodicamente orecchiabile,
sostenuta del buon duetto voce maschile-femminile. E l'album si chiude
in maniera eccellente con la mini suite "Swallow The Green Tones",
qui la band spara tutte le cartucce a disposizione.
Un disco che ha la capacità di non stancare nel corso dei suoi
cinquanta minuti, spesso emoziona e denota fra le righe una fase di
mutamento da parte della band, il classico passaggio da crisalide
a farfalla, e come una vecchia ma sempre funzionante regola, sarà
il terzo disco a dirci chi sono veramente i Retrospective. Intanto
"Lost In Perception" lo consiglio agli amanti delle atmosfere
nostalgiche e del Metal Prog non logorroico, ma anche a chi non fa
del Rock un punto statico. MS
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