Finalmente abbiamo tra le mani il nuovo album di Boris Savoldelli,
un disco che ho atteso a lungo. Quattro anni fa Savoldelli ci aveva
impressionato con il suo debutto Insanology, un disco molto sperimentale
e vario, dove il nostro mostrava le sue grandi qualità vocali,
poi si è rifatto vivo con un disco molto acido condiviso col
geniale Elliot Sharp, pura avanguardia, senza dimenticare che oggi
Boris fa parte di un’altra formazione molto sperimentale, i
S.A.D.O. coi quali ha già inciso tre album. L’attesa
era stata interrotta dal singolo “The Miss Kiss”, con
cui presentava anche il suo primo video e come b-side c’era
una bellissima cover di “Dear Prudence” dei Beatles, “The
Miss Kiss” con il video vengono riproposti in questo nuovo album.
Boris “Voice Orchestra” Savoldelli è un artista
dalla voce spettacolare, che costruisce i suoi brani pezzo dopo pezzo,
prima prepara le parti ritmiche che mette in loop, poi ci mette gli
arrangiamenti con effetti vari creati tutti con la sua voce, che spesso
creano atmosfere surreali piene di gusto e, infine, introduce le parti
soliste, il risultato è tutto da ascoltare. Senza contare che
spesso utilizza dei tempi dispari da mal di testa, come i cinque quarti
e i sette ottavi.
A vederlo Boris sembra un eterno ragazzo, elegante, ma con un’aria
scanzonata, l’occhio birbante e un sorriso contagioso, che riesce
ad unire classe e spirito ribelle in un unicum tutto suo, una personalità
solare, ma non priva di lati raffinatamente dark. Così è
il suo nuovo disco, un’avventura divisa tra classe e biricchine
zampate di sperimentazione, un disco che suona molto moderno, quasi
urbano, non a caso è dedicato a New York.
Il disco precedente Insanology, come abbiamo già sottolienato,
era più sperimentale, Boris voleva colpire subito forte la
fantasia dell’ascoltatore, oggi Boris è più rilassato
ed ha scelto di concentrarsi maggiormente sulla composizione, quindi
i nuovi brani sono molto più immediati e piacevoli da ascoltare.
Il disco si apre con “Aria”, che ha delle armonie che
sembrano scendere dai monti, un canto dal sapore corale, quasi naturalistico.
La traccia successiva è quella che dà il titolo al disco,
il territorio è più moderno, entra anche il basso di
Jimmy Haslip, guest stellare che conferisce grande spessore al pezzo
e produce un assolo da brividi, mentre Boris mette in campo tutte
le sue doti espressive, gran bel pezzo, molto completo. Terzo brano,
secondo ospite, Paolo Fresu alla tromba, certo che Boris sceglie con
cura le proprie amicizie, brano simpatico, che unisce atmosfere americane
da night club ad un pizzico di follia tutta italiana, umorismo e genialità
insieme. In questo brano Boris è riuscito ad unire il suo lato
più dark con quello light, ottimo il solo di tromba.
“The Discordia” è follia pura, Savoldelli si produce
in un mix disarmonico da brividi, dimostrando un controllo pazzesco
della voce e sono scintille, il mio brano preferito, bravissimo. Siamo
solo al quarto brano e sono già conquistato da questo nuovo
lavoro di Boris, che continua a carezzare i miei sensi con l’urbana
“Kerouac in New York City”, dove torna Fresu, da gustare
come la bibita… “rubata” dalla mosca biricchina.
In “It’s Difficult to Fly…” Boris gioca con
ritmi arditi e armonie che rimandano agli U2, voce calda e sensuale,
altro ottimo episodio. “Dandy Dog” è un gioco ad
incastro, perfetto per la voce duttile di Boris, che si diverte a
scomporre le armonie e a ricomporle in modo divertente, nonostante
le difficoltà del pezzo, per metà fuori di testa e per
metà assolutamente geniale. Poi Savoldelli aggiunge un tocco
di classe con “Danny Is a Man Now” e alla fine ci prende
anche un po’ in giro, ma lo fa con la sua innata simpatia. “Biocosmo”
ci presenta il suo lato più intimista e romantico, si accompagna
da un piano minimale e canta una canzone senza le solite magie, ma
sempre con grande intensità. E ancora “Lovecity”
e la crazy “Sprigstorm” dove il nostro tira fuori il suo
spirito più guascone, ma ecco la già annunciata “The
Miss Kiss”, un brano irriverente, malandrino, costruita su doppi
sensi e magie vocali, il video poi è particolarmente divertente,
ambientato in un night club degli anni trenta è ricco di situazioni
e di personaggi simpatici, tutti amici di Boris che si sono prestati
con grande entusiasmo e ne è uscito qualcosa di veramente bello,
merito anche di un giovane regista emergente, Alessandro Romele, che
ha messo molta passione nel realizzarlo. Nel finale emerge ancora
il lato più folle di Boris, che imita una tromba e produce
una serie pazzesca di versi, che sembrano fuori controllo, ma non
lo sono. Il disco non è ancora finito, ci sono altre sorprese,
ma vi ho raccontato già molto, il resto dovete fare lo sforzo
di scoprirlo da soli.
Che dire, sono nuovamente entusiasta di questo artista, mi riesce
difficile esprimere nuovi commenti dopo una recensione così
lunga e impegnativa, Boris è un vero artista, non privatevi
del piacere di ascoltarlo, porterà nella vostra vita una ventata
di simpatia unita ad una tecnica di canto sopraffina, cosa volete
di più? GB
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