Recentemente uscito, "Into The Labyrinth" è il nuovo
album dei Saxon, una delle band heavy.rock-metal più importanti
degli ultimi 30 anni.
E se il singolone apripista "Live To Rock" è un pezzone
di ottimo heavy stemperato da momenti più pacati e dal gusto
per la fruibilità al quale la band ci ha da sempre abituati,
l'incipit dell'album "Battaillons Of Steel" è un
esempio di rock contemporaneo vibrante in assoli meritevoli e pretenziosi
e riff concentrati, che appassionano dopo un'apertura con campane
ed organo, misteriosa e celebrativa. Poi "Demon Sweeny Todd",
british, possente ed energica, con quel grintoso Byff Bynord, non
più adolescente se così si può dire, che ammalia
epr l'entusuiasmo leggendario che da sempre lo circonda. "The
Letter" è un momento di calma apparente, e "Valley
Of The Kings" ha un chorus evocativo e una base di tastiere non
eccessive bensì ben calibrate. "Slow Lane Blues"
è un mix di rock e blues, appunto, e "Crime Of Passion"
la versione più moderna e attuale di brani alla Saxon degli
anni d'oro. "Premonition in D Minor" fa da opener a "Voice",
un mid tempo poco originale, poi "Hellcat" è addirittura
il vertice più alto di tutto l'album. Grandiosa. Come "Rock
Of Ages" ripristina i valori hard'n'heavy valorizzandone chitarre
ed energia, come ai vecchi tempi, e in chiusura "Coming Home",
già presente in "Killing Ground" è l'ottima
versione acustica di un eccellente brano.
Un album che gioca tra valori metale e rock puro, convincendo in modernizzazioni
avanzate e nella solidità granitica che avvolge lo stesso nome
dei Saxon da anni. Inchino ad una grande band. IR
Altre recensioni: The Eagle Has Landed III;
The Inner Sanctum; Sacrifice
Sito Web
|