Il
vecchio leone teutonico è tornato a ruggire e lo fa con una
classe indiscutibile. Si presenta già sulla cover con un’immagine
da alieno per introdurci in un lavoro dove l’immaginazione e
la fantasia sono le principali muse ispiratrici.
Ci troviamo nelle mani quello che potrebbe divenire il Surfing with
the Alien di Michael. Si tratta del suo primo disco interamente strumentale
ed è suonato in compagnia dell’immenso batterista Aynsley
Dunbar, che forse pochi di voi conosceranno, ma che è uno dei
più grandi in assoluto, è sulla scena fin dalla fine
dei 60 quando col suo gruppo ha realizzato alcuni dei più bei
dischi di rock blues di sempre, in seguito ha lavorato con Bowie,
Journey, Whitesnake e molti altri, e dal bassista John Onder che era
presente anche sul precedente lavoro del '99 The Unforgiven. Un trio
da urlo per dimostrare come negli anni delle super produzioni e dei
super arrangiamenti sia ancora la classe a fare la differenza.
Il disco è indirettamente dedicato al figlio e forse proprio
per questo risulta essere un lavoro ispirato, che trasuda energia
positiva e voglia di suonare e di divertirsi. Ogni nota esce fluida,
naturale come a voler salutare il nuovo millennio con un’opera
da ricordare. Possiamo davvero trovare le suggestioni più diverse,
si inizia con un brano dal ritmo blues, ma con un riffing metallico
accattivante. Il secondo brano brano è più heavy con
un incedere epico, dalla terza song, invece, inizia una trilogia che
da il titolo al disco e che è impregnata di ironia. Ci sono
anche inserti acustici molto azzeccati Non ci troviamo mai di fronte
alla continua esibizione di noiosissimo virtuosismo e questo risulta
essere il pregio maggiore del disco, ma il tasso tecnico è
comunque alto.
Adventures of the Imagination è fatto per piacere sia ai maniaci
della sei corde, sia a chi più semplicemente ama la musica
suonata col cuore. Grazie Michael. GB
Altre recensioni: Thankyou 3
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