KLAUS
SCULZE |
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Questo
artista tedesco di Berlino è un polistrumentista, ma è diventato
famoso per essere il maestro indiscusso della musica elettronica, il più
geniale sperimentatore del synth, un vero innovatore che ha prodotto una
serie impressionante di lavori diventati pietre miliari del genere. La sua carriera inizia alla fine degli anni sessanta con un gruppo beat, ma ben presto forma i Tangerine Dream dove suona la batteria, esce dopo il primo album e forma gli Ash Ra Tempel, altra formazione da culto della musica “cosmica” tedesca, ma anche in questo caso se ne va dopo il primo album per intraprendere la carriera solista. Il primo album Irrlicht esce nel ’72, famoso è il terzo album Black Dance, ma il suo primo vero capolavoro è Moondawn del ’76. Nello stesso anno prende parte al progetto dello straordinario musicista giapponese Stomu Yamash’ta nel supergruppo Go, un’altra formazione geniale di elevato spessore artistico. La sua discografia è sterminata e conta diversi progetti paralleli con oltre cinquanta dischi all’attivo, oggi la Revisited Records, succursale dell’Inside Out dedita alle ristampe, sta ripubblicando diversi titoli, con l’intenzione di ristamparli tutti, in versione rimasterizzata deluxe con bonus tracks e un bellissimo booklet. Di certo Sculze non è un musicista per tutti, anche se negli anni settanta ha venduto milioni di dischi, ma la sua importanza è tale che tutti i veri amanti della musica dovrebbero avere almeno un suo disco nella loro discografia, in particolare può piacere parecchio a chi ama i Pink Floyd più spaziali e a tutti gli appassionati di space rock. Un artista italiano che si è molto ispirato in tutte le sue opere elettroniche a lui è Paul Chain. Quindi il mio consiglio è di provare ad avvicinarsi a questo artista immenso che ha saputo fare della grande musica. - - - | |
MIRAGE |
Mirage è l’ottavo capitolo della discografia di Schulze ed è uno dei suoi lavori più maturi ed ispirati degli anni settanta. Il disco è composto da sue suites che nella versione in Lp occupavano le due facciate del caro vecchio vinile. La bonus track è il brano per lo più inedito “In Cosa Crede Chi Non Crede?” che dura quasi venti minuti dei quali solo cinque erano apparsi in un sampler, una composizione del ’77 usata come soundtrack per una pellicola tedesca, in realtà si tratta di una piece molto sperimentale e ispirata, dominata in parte da un organo sacrale di grande impatto. |
La
prima traccia “Velvet Voyage” è onirica e oscura e
ci cala nel magico sound dell’artista tedesco con la solennità
di una composizione classica, il brano è percorso da un continuo
crescendo molto emozionante. “Crystal Lake”, invece affronta
il tema della natura e quindi cerca di ricreare i suoni e le sensazioni
di un ambiente incontaminato dall’uomo alcuni rilassanti e bucolici
altri forti come sa essere forte la natura quando vuole fare sentire la
sua voce, ovviamente tutto in chiave elettronica, pura magia. |
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X |
Come dice il titolo si tratta del decimo lavoro solista di Klaus (a cui si rifà esplicitamente il nostro Paul Chain con il suo lavoro omonimo), un doppio album molto intenso dove il nostro si esprime con grande compiutezza, passando da parti più sperimentali ad altre più classiche. L’ambiente è sempre quello di una musica elettronica ricercata e molto profonda, l’esplorazione delle immensità cosmiche va di pari passo con l’introspezione personale, la musica diventa un mezzo per sondare il prorpio io più profondo, un viaggio nei meandri della mente umana che non può lasciare indifferenti. |
Anche
in questo caso abbiamo per le mani un grande capolavoro, arricchito dalla
bonus track “Objet d’Louis”, versione live di “Ludwig
II” del ’78 con orchestra completa, la registrazione non è
ottimale, ma la magia è come sempre garantita. |
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DREAMS |
Con
un deciso salto temporale si passa al capitolo diciannove, siamo nell’86
e Klaus è ormai un artista maturo, la voglia di sperimentare e
di cercare soluzioni nuove ha lasciato il posto ad una ricerca formale
di perfezione stilistica, ma come avviene nel processo evolutivo di tutti
i grandi artisti, che siano pittori, poeti o musicisti, non si tratta
di un mero esercizio di stile, non è forma senza contenuti, è
l’animo che trova sempre nuove “parole” per raccontarsi
e per offrirci nuove emozionanti rotte su cui far viaggiare la nostra
fantasia. |
Il
contesto si ispira alla musica giapponese con contaminazioni continue,
dal rock al jazz, ma sono sfumature che solo l’ascoltatore più
attento e appassionato riesce a cogliere. La bonus track è “Constellation Andromeda”, un brano apparso su un cd promozionale dello stesso anno di Dreams e stampato in sole 300 copie e che aveva raggiunto quotazioni da capogiro (si parla di 560 dollari), a parte queste curiosità, si tratta di una suite cosmica molto bella e ispirata. |
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Chiude questa prima rassegna di ristampe l’opera numero 37 di
Schulze, una delle sue tante colonne sonore, in questo caso si tratta
della collaborazione nata con il regista Samy Pavel nel ’92. Rispetto
agli album precedenti troviamo ventuno composizioni relativamente brevi,
ma molto intense e ricche di pathos, con l’aggiunta di una lunga
bonus track molto rara, “The Ion Perspective” che si distacca
dal resto del repertorio rituffandoci in pieno cosmic sound. |
Altre recensioni: seconda serie |