La K-Scope è una di quelle label che non sbagliano un colpo
e fino ad oggi ha preso sotto la sua ala tutti gruppi che hanno molto
da dire, quindi trovare un debutto è sicuramente fonte di particolare
interesse. Il presente moniker cela un duo composto dal polistrumentista
Justin Greaves (ex Iron Monkey) già leader dei Crippled Black
Phoenix, un gruppo di rock post moderno, vagamente fra Anathema e
Pink Floyd, che ha già prodotto interessanti lavori, e dalla
cantante svedese Belinda Kordic che si era fatta notare col progetto
Killing Mood, di cui ricordo un disco che per la verità non
mi aveva impressionato più di tanto.
Il disco parte con il brano “Intro” ci cala subito in
un prog post moderno molto vicino ai già citati Anathema, ma
è solo un antipasto che apre la strada alla teatrale e drammatica
“Chasing Changes”, la parte musicale è intrigante
e penetrante, il cantato di Belinda è delicato, quasi sussurrato,
trovo che il connubio non sia proprio azzeccato, ma non è privo
di un certo fascino conturbante e sicuramente sensuale. “Beneath
the Sea” è costruita su un giro di chitarra acustico
dal sapore folk, poi il brano prende vigore, la voce sospirosa di
Belinda ci cala in un mood molto intimo e introspettivo, mentre la
musica con un crescendo sempre più coinvolgente ci porta a
voli più arditi, un mix di emozioni diverse e intriganti. “Little
One” è una ballata cadenzata ancora piuttosto originale,
anche se è colpisce meno dei due brani precedenti. Bella la
melodia di “Today”, pur restando un contesto musicalmente
non banale, ha un appeal radiofonico o se preferite cinematografico.
Segue “Tonight”, che col suo incedere alla Nick Cave rende
molto piacevole l’ascolto. “The Hunt” è un
brano potente e viscerale, il primo che mi coinvolge davvero fino
in fondo. Si prosegue con la marziale “Dirge”, buono il
senso drammatico, che è un po’ un leit motiv di tutto
il disco, la battaria è decisamente inquietante. Altro momento
molto riuscito è “On My Way”, dove il duo riesce
a dare il meglio con un coinvolgente prog post moderno. Molto particolare
anche la decadente “Lost Never Found”, che chiude il disco
con una zampata di originalità.
L’opera prima dei Se Delan non è facile, ma ha fascino
e spessore, è evidente che il connubio artistico fra Justin
e Belinda è molto forte e che i due sono stati fonte di grande
ispirazione l’uno per l’altra e penso che più maturerà
questa comunione artistica, più ne sentiremo delle belle. GB
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