Il debutto del duo Se Delan mi aveva colpito col loro prog post moderno,
intriso di influenze post rock, quindi è con particolare interesse
che mi accosto al loro secondo sforzo creativo. Ero convinto che il
duo avrebbe potuto regalarci delle sorprese e quindi la curiosità
è tanta.
L’artwork ci propone un palazzo illuminato da una fosca luce
rossa con uno sfondo nero come la pece. L’immagine è
molto gotica e oscura, non preannuncia niente di buono (non in senso
musicale).
Si parte con la trascinante “Going Home”, potenziale hit,
che unisce un andamento ottantiano dardeggiante ad un post rock da
classifica. Gli arrangiamenti sono curati e pieni di suoni, che non
dispiaceranno agli amanti del prog di più larghe vedute. Il
modo sensuale e fortemente erotico di cantare di Belinda Kordic non
è cambiato e in questa veste più gotica è praticamente
perfetto. Anche “Ruined By Them” rispecchia questa sterzata
verso la dark wave, anche se la confezione è in bilico tra
post rock e prog, un mix che risulta molto suggestivo. “Blue
Bird” è dominata da un basso strabordante, che aumenta
la sensazione oscura, è un brano lento e cadenzato, di grande
suggestione, più proseguo nell’ascolto di questo disco
e più mi faccio catturare. I sogni notturni aumentano con la
sincopata “All I Am”, la cosa che piace di più
non è tanto la bravura nel ricreare certe atmosfere notturne,
quanto la capacità di calare queste atmosfere in un contesto
attuale e convincente. “In Obscura” è una strumentale
che spinge un po’ di più sul lato prog, ma senza perdere
di continuità. La discesa nei meandri del gothic continua con
la romantica “Blueprint”, anche se è meno suggestiva
delle precedenti. Meglio “Shadowbox(ers)”, col suo giro
lento, ma incalzante al tempo stesso. Un altro brano che mi ha penetrato
a fondo facendomi ricordare la migliore Siouxie è “Gently
Bow Out”, e stavolta Belinda abbandona il cantato sussurrato,
per provare a graffiare e ci riesce. Particolarmente spettrale è
il giro di chitarra di “She’s Wild”, un brano che
dovrebbe fare la felicità di tutte le anime notturne. Si chiude
con “Fear No Ghosts”, che forse vuole in qualche modo
rassicurare l’ascoltatore, ma i demoni ormai sono già
usciti allo scoperto e non basterà questa canzone a farli sparire,
infatti col crescendo finale sembrano partire in un sabba di indubbia
potenza.
Non è da tutti unire prog, post rock e gothic, anche perché
forse non c’è un pubblico preparato per questa musica,
però i Se Delan vanno dritti per la loro strada e fanno dell’ottima
musica. GB
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