Ecco
tornati gli Shy, uno dei più vecchi gruppi AOR del panorama
musicale. Portabandiera assieme a Journey, Hugo e The Storm si ripresentano
oggi con questo nuovo lavoro di Rock maturo e signorile.
Intelligenti, con un carattere davvero marcato si stagliano nei sessantadue
minuti del disco con grande sicurezza, a partire dalla voce di Tony
Mills. A tratti si possono riscontrare piccole influenze Progressive
alla Fates Warning, ma si tratta solo di gocce sporadiche e nulla
più. Non siamo certamente ai livelli del buon vecchio “Excess
All Areas”, ma in fin dei conti il tempo passa e la musica si
evolve ed anche certe influenze possono far variare inevitabilmente
il modo di comporre.
Cori e melodie garbate, stese su di un movimento musicale arioso,
nel brano iniziale “High Time” lasciano presagire ad un
buon ascolto. Nel secondo brano “Open Your Heart” La voce
di Tony fa il verso a quella di Jon Anderson degli Yes, mentre la
sezione ritmica si presenta precisa e senza troppe sbavature. Il ritmo
sale nella successiva “Soul Searching” scorrendo sopra
l’apporto sonoro di un Hammond.
Ma è con “Witer Is The Love” che gli Shy raggiungono
il momento più alto del disco. Il ritmo inizia scandito come
un orologio, poi si articola in una semi ballata che richiama i lavori
dei Queensryche, soprattutto nell’approccio vocale nei frangenti
più alti. L’assolo di chitarra è d’ampio
respiro, veramente molto bello. Nel progredire dell’ascolto
ci insegnano come si scrive un pezzo Heavy Metal, senza strafare (“You
Could Be Dreaming”) e come si scrive un pezzo Hard Rock con
signorilità (“Don’t Jump The Gun”).
Per il resto tutto nella normalità, senza infamia ne lode,
forse nel complesso manca un vero e proprio pezzo Hit, ma questo non
è certo un obbligo bensì un dettaglio. In conclusione
questo è un disco sicuramente discreto, adatto a molti padiglioni
auricolari. Gli Shy sono una certezza da non discutere, ma da mantenere.
MS
Intervista: 2005
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