Il nome dei Nuova Idea è ben noto agli appassionati del prog
italico, in quanto la band di Genova (in attività nei primissimi
anni ’70) aveva condiviso per un certo periodo con i New Trolls
Usai e Belloni, Paolo Siani era il loro batterista, che oggi ritroviamo
alla guida di questo ambizioso progetto, i cui ricavi sono destinati
a finanziare il famoso Ospedale Pediatrico Gaslini. Per questo concept
album Siani si è circondato di molti amici, che hanno aderito
in particolare dietro la spinta della finalità benefica del
progetto. Davvero tanti sono i nomi coinvolti e un elenco dettagliato
sarebbe troppo lungo, ritroviamo gli amici Belloni e Usai, ma ci sono
anche Joe Vescovi, Roberto Tiranti, Mauro Pagani e tanti altri. Doveroso
fare questo preambolo, ma questo non deve sviare sui contenuti artistici
del presente dischetto, che sono davvero alti.
Il titolo piuttosto prolisso, cela un disco sontuoso, concepito come
ai vecchi tempi. Un intro recitato con dei versi molto profondi ci
introduce all’ascolto dell’album, che si apre musicalmente
con “Wizard Intro”, un brano strumentale retto da un riff
di chitarra molto Crimsoniano, quasi hard rock, dal grande fascino
evocativo, ma è con la imponente “Madre Africa”
che Siani offre il meglio di se. I temi musicali richiamano ancora
il Re Cremisi, con ottimi interventi di organo e flauto, prog di grandissimo
spessore, solo il cantato non è entusiasmante, ma è
ampiamente compensato dalle musiche. “Questa Penombra è
Lenta” ha delle atmosfere molto suadenti, lontane dalle turbolenze
precedenti, ma di grande effetto, molto interessante il testo. “Chimera”
è molto più Canterbury, ma c’è un gusto
tutto italiano che la pervade. “The Game” è la
classica suite composta da quattro movimenti, divisi fra suggestioni
pinkfloydiane e il miglior prog. Ottima “Cluster Bombs”,
posseduta da un’atmosfera altamente drammatica, resa molto bene
dall’interpretazione di Tiranti, sicuramente uno dei momenti
vocali più alti del disco. Ma tutto l’album è
bello e intenso e sapere che il fine ultimo è benefico, lo
rende ancora più interessante.
Ci sono alcuni artisti che ritornano dal passato spinti da strane
nostalgie, non sempre facili da comprendere, Paolo Siani non fa parte
di questi, perché il disco che ci ha regalato è un vero
concentrato di buona musica, frutto di grande passione e ottimo gusto,
scritto e suonato come si deve e che farà del bene a tutti
coloro che lo vorranno ascoltare e non solo. GB
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