Non vi nascondo subito che ascoltare un album di musica Psichedelica,
ai confine del Krautrock, con il cantato in italiano non è
un fatto usuale, almeno per chi vi scrive. Ne resto colpito dai testi
comunque interessanti e non banali.
I Sistra sono una band campana (Napoli) che si forma attorno la metà
degli anni 2000 per esordire discograficamente nel 2011 con “Bearing”,
e sono formati da Fabrizio Di Vicino (basso, chitarra, batteria, tastiere,
cori), Roberto Frattini (organo, armonica, cori), Biagio Vesce (batteria)
e Barbara Milizia (voce). Il cd supportato da un piccolo libretto
contenente i testi, è composto da dodici tracce.
Apre “Falene” e quello che si evince al primo impatto
è che la registrazione non è delle migliori, in quanto
l’oscurità dei suoni offusca troppo l’operato della
band. Un arma che a volte può giocare a favore di certe atmosfere
ma che in generale penalizza. La voce di Barbara Milizia da il meglio
nei momenti più sentiti e pacati, quando si alza di tono spicca
troppo rispetto alle strumentazioni, probabilmente questioni di volumi.
“Lupi” gioca con le voci e le coralità in una atmosfera
che a tratti attinge negli anni ‘60/70 ma che torna ai tempi
nostri grazie agli interventi di tastiere ed ai giochi Psych Rock.
Bel viaggio mentale con “Shard Of Winter”, formato da
registrazioni strumentali al contrario, Psichedelia pura. “Antilopi”
mette in evidenza l’ottimo lavoro al basso di Fabrizio Di Vicino,
ed è uno dei frangenti migliori del disco, anche grazie al
lavoro delle tastiere e della chitarra. Il tutto sembra improvvisazione,
in realtà nasconde una buona cultura nei confronti di un certo
tipo di Krautrock.
Più vicina alla formula canzone “Eon”, anche se
sempre in veste Space Rock. Ancora una volta la voce non è
equilibrata rispetto all’insieme. Notevole “Radar Pulse”,
altro viaggio supportato da elettronica e chitarre “fuzz”,
i migliori Sistra assieme a “Homing Missile” e “Fantasmi”.
Conclude il disco la buona “Blue Overdose”, mini suite
attenta ai dettagli e dalle numerose sorprese (strumentalmente parlando)
che non voglio svelarvi per mantenere vivo l’interesse attorno
a questo secondo album dei Sistra.
In conclusione voglio dire che il disco potrebbe essere stato decisamente
migliore se avesse avuto una cura maggiore, perché di carne
al fuoco in esso ce n’è molta e anche di qualità,
soprattutto in ambito emotivo, in realtà mi sembra più
un demo. Tuttavia complimenti alla band che si muove in territori
non certo usuali e lo fa con buona personalità, cosa rara ai
nostri tempi. MS
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