Il quartetto composto da John Etheridge (chitarra), Hugh Hopper (basso),
John Marshall (batteria) e dal bravissimo Theo Travis (sax e flauto)
che sostituisce lo storico Elton Dean, recentemente scomparso, sta
portando avanti questo progetto ad alto tasso di nostalgia, tanto
che hanno assunto il nome Soft Machine Legacy, ovvero si sono proposti
di raccogliere e perpetrare l’eredità dei mitici Soft
Machine, praticamente il gruppo più importante del movimento
Canterbury.
Ormai tutti sanno che questi musicisti si sono dedicati ad esplorare
tutte le sfumature del jazz rock e che hanno fatto della sperimentazione
libera con largo spazio all’improvvisazione l’unica vera
regola, per cui già si può immaginare cosa possa contenere
questo nuovo disco. Dieci nuove composizioni sostenute da ritmi incalzanti
e decisamente rock, dei groove ad alto tasso emotivo e un sound reso
moderno dall’ausilio di nuove tecnologie che hanno sostituito
in parte le tastiere, come loops e sistemi sonori computerizzati che
danno vita ad atmosfere avvolgenti, queste tecnologie possono far
pensare a qualcosa di freddo o di “tecnologico”, ma i
Soft Machine Legacy le hanno addomesticate e “umanizzate”
rendendo molto fluido il loro apporto al sound. Ne esce un disco che
da un lato è fortemente radicato nel passato, ma che è
al tempo stesso proteso verso il futuro.
Questi quattro musicisti suonano con grinta e passione e con gli anni
non hanno perso il gusto di fare musica sperimentale, certo oggi sono
meno innovativi di qualche anno fa, ma i loro fans di certo non disprezzeranno
il disco, per tutti gli altri nella musica dei Soft Machine (Legacy)
c’è tutto un mondo di emozioni da esplorare. GB
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