Quinto
album per questo ensamble teutonico dedito ad uno space rock molto
personale, ma soprattutto molto psichedelico, come nella migliore
tradizione.
Quà e là forti spruzzate di Hawkwind (potevano forse
mancare?), ma non scarseggiano riferimenti a tutti i grandi gruppi
dei seventies, dai King Crimson ai Genesis, dai Van Der Graaf Generator
ai Pink Floyd.
Sei suites per oltre settanta minuti di onirico e allucinato prog,
che miscela, con abilità consumata, una minestra dai sapori
forti. La mancanza di originalità pesa molto, ma non mancano
i motivi d'interesse. Primo fra tutti è il coraggio di aver
realizzato un lavoro assolutamente fuori da ogni trend attuale e non
è davvero poco. Secondo è di esserci riusciti molto
bene, sì perché la musica di questo tipo non è
poi così facile da realizzare e se qualcuno tra voi si è
perso i capolavori dei gruppi succitati può farsi un bel ripasso.
Non da meno c'è una certa modernità, che riesce a dare
una veste nuova a certe idee e le rende ancora attuali e piacevoli.
Forse la psichedelia acida ha fatto il suo tempo e certe partiture
oniriche potrebbero non piacervi, ma i Solar Project possiedono quel
pizzico di fantasia, che rende interessante l'ascolto dell'intero
disco. Non ci sono riffs ipnotici ripetuti all'infinito (e oltre!),
ma continui e riusciti cambi d'atmosfera e di tensione. Ritorno al
futuro! GB
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