A chi ha una certa età come la mia, quando si dice “cantautore”,
vengono alla mente artisti come Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti,
Lucio Dalla, Eugenio Finardi, Ivan Graziani e così via, la
crema degli anni ’70 a venire. Perché questo preambolo?
Semplicemente per rimarcare l’impegno che questi musicisti mettono
nei testi e nelle musiche. Spesso con loro si pesca nel sociale, come
con De Andrè o Guccini. Quest’ultimo è anche punto
di riferimento di molti cantautori a venire, anche dei nostri tempi
e chi ne è rimasto colpito, ci resta indelebilmente legato.
Uno di questi è Marco Sonaglia, giovane cantautore marchigiano
che nutre passione ed ideologia nei confronti di un maestro come Francesco
Guccini (ma non solo).
“Il Pittore E’ L’Unico Che Sceglie I Suoi Colori…”
è un album che vive proprio a cavallo dei due contesti e ciliegina
sulla torta, resta appunto la bonus track de “Il Vecchio E Il
Bambino”, dove tutto lo spirito Gucciniano fuoriesce nel suo
splendore.
Ma partiamo dall’artwork che mette in luce la creatività
non solo di chi propone, ma anche di chi acquista l’opera e
spiegherò il perché. Sotto il titolo si evince una virtuale
tavolozza di colori ed una palla di cartapesta e DAS in bianco e nero.
Essa rappresenta alcuni passaggi del disco, come il brano “Hanno
Rubato L’Urlo Di Munch”, proprio con il famoso volto gridante
al centro della palla. All’interno del disco c’è
un poster che rappresenta la copertina con la quale si può
colorare la palla a proprio piacimento, magari proprio mentre si ascolta
la musica, così da essere interattivi con l’arte di Sonaglia.
La scultura si chiama “Il Mondo Di Sonny” ed è
di Nikla Cingolani, anche fotografa assieme a Paolo Farina. Nel corso
del disco, l’autore si coadiuva di numerosi special guest, per
fare alcuni nomi Marino e Sandro Severini dei Gang, Gastone Pietrucci
(La Macina), Michele Gazich al violino e Massimo Priviero alla voce.
Le tracce sono dieci e si comincia con “Gauguin Drogato”,
una vera ballata che ricorda Francesco De Gregori ed il ritmo è
quello di un treno in corsa. Un malinconico violino apre “Il
Piccolo Soldato” assieme alla fisarmonica di Giuliano Stacchiotti.
Veli di nostalgia si alternano a giocose ballate su testi importanti
e descrittivi in stile De Andrè. Amara descrizione del razzismo
in “Mississippi 6 Luglio 1873”, conclusa su un bel solo
di chitarra elettrica. “Mamma Ro” è un equilibrio
emotivo fra sensazioni Castelnuovo/De Andrè, giornate raccontate
in maniera approfondita e fotografica. Le parole di Sonaglia infatti
sono piccole fotografie di vita, ma viste con l’ottica del fotografo
professionista, cogliendo particolari che altri non vedono. Il ritmo
sale in “2004 (Circa)”, dura ed amaramente sarcastica,
un buon duetto di chitarra acustica ed elettrica la impreziosisce.
Più ricercata “La Festa Di San Giovanni” con la
tromba di Samuele Garofoli a fare da intramezzo ai testi, mentre “Gli
Occhi Di Lucia” è una dolce ballata, uno dei momenti
più belli del disco grazie anche ad un buon arrangiamento di
piano e violino e con un ritornello toccante. “Hanno Rubato
L’Urlo Di Munch” è per tendenza un brano in stile
Graziani, non per l’opera rubata che nel caso del teramano è
la Monna Lisa, piuttosto come metrica lirica non del tutto convenzionale,
quella di “Scappo Di Casa”. Chiude ufficialmente l’album
un'altra dolce ballata, “Stasera La Luna”.
Musica che dona riflessione, profondità poetica ed emotività
questa di Marco Sonaglia, un debutto che un fans del vecchio cantautorato
e dei nomi citati in precedenza non si devono lasciar sfuggire. In
un mondo musicale dove tutti gridano e corrono, c’è anche
un attimo per fermarsi a riflettere, o per meglio dire…. Ad
ascoltare. MS
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