Questa giovane band vicentina si è fatta notare con questo
debutto, un disco fresco e graffiante, all’insegna di un post
punk ben bilanciato tra melodie di facile presa ed energia contagiosa.
Una formula semplice, quanto efficace. La band è composta da
tre membri, il classico power trio che vede Mauro Poli a chitarra
e voce, Giulio Sprocati al basso e Marco Lo Giudice alla batteria,
il gruppo ha gravitato attorno al locale Jack Hole Music Club, che
ha fatto da base di lancio ed ecco il debutto.
Dieci canzoni veloci per poco meno di mezz’ora di musica, quasi
un Ep, ma di idee ce ne sono molte più di quanto questi numeri
possano far pensare. Si parte subito con un riff asciutto, quasi sessantiano,
in “Around Me, Maybe” c’è rabbia mescolata
ad una linea melodica riuscita, la sezione ritmica pulsa con decisione,
mentre la chitarra si lancia in solismi non proprio punk, ma ricchi
di citazioni interessanti. “Strong” parte con un giro
di basso batteria intricato, che sottolinea la personalità
di questa band, bel pezzo. Ma senza fare un track by track, posso
dire che ogni pezzo ha una suo fisionomia e il gruppo non si ripete
pur mantenendo una formula simile, che ho cercato di descrivervi.
Alcuni pezzi sono più diretti e facili da assimilare, altri
sono un po’ più profondi, ma alla fine è l’insieme
che piace.
Davvero un bel disco questo dei Soyuz, che ci mostra il buon stato
di salute del nostro panorama musicale. Un gruppo che con un po’
di esperienza in più, una buona promozione e soprattutto qualche
video azzeccato avrebbe le potenzialità per fare grandi cose.
GB
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