Ecco il seguito del buon Everybody Loves You, ci sono voluti due anni
per realizzarlo e siamo pronti per vedere come la band ha speso questo
tempo. Il gruppo nel frattempo non è cambiato, siamo sempre
di fronte ad un agguerrito power trio.
Il disco si presenta subito meno aggressivo e graffiante a favore
di una composizione più varia e di suoni decisamente migliorati,
si tratta di un disco meno punk e più indie, ma è una
naturale evoluzione di quanto espresso nel disco precedente. In questo
processo la band ha perso un po’ di freschezza, ma ha acquisito
maturità e profondità. Lo si avverte fin dalla prima
traccia “Left Unsaid”, la buona verve compositiva è
rimasta e i brani proposti hanno qualcosa che cattura l’ascolto,
accostabile per certi versi alla scena americana. Intrigante “Everything
is Clear”, una pop song che potrebbe anche portare un po’
di fortuna al gruppo, anche se non è propriamente radiofonica.
Lo è di più “Becoming”, che ha davvero un
piglio accattivante. “Blind” è una ballatona non
troppo convenzionale e quindi piacevole. Ma il primo brano che veramente
mi entra in testa è “I’ll Be Back”, dove
il giro melodico è davvero penetrante. Molto trascinante anche
“When I Look at You”, il carattere non manca a questi
musicisti. Verso il finale ci sono alcuni pezzi meno significativi,
fino alla conclusiva “Calling” che nuovamente propone
un bel ritmo.
Col nuovo disco devo dire che i Soyuz hanno perso un po’ di
immediatezza, non mancano pezzi che colpiscono subito, ma altri richiedono
più ascolti per essere interiorizzati. Questo rappresenta un
processo di crescita, la band sta cercando una propria dimensione
e penso siano sulla strada giusta, costanza e determinazione faranno
il resto. GB
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