Per
il secondo album il gruppo degli Spider cambiò etichetta, passando
sotto la A&M, che decise di rilanciare le sorti del gruppo (si
vede che ci credevano proprio!) e chiamarono alla produzione una vecchia
gloria del metal d’albione di quegli anni: Chris Tsangarides
(Thin Lizzy, Judas Priest, Tygers Of Pan Tang, Girl, Anvil…)
che effettivamente fece un lavoro eccellente e il gruppo ebbe un suono
decisamente migliore rispetto all’album di debutto, ma il destino
degli Spider era ormai segnato e nemmeno le magie di Tsangarides riuscirono
a migliorare le cose, così i nostri vennero scaricati anche
dalla A&M.
Il disco parte bene con l’aggressiva “Here We Go Rock
‘n’ Roll”, siamo sempre in un mood ad alto tasso
di energia e di divertimento, anche un po’ più metal
rispetto al passato. Ma la track successiva torna pesantemente all’hard
boogie alla Status Quo e non bastano dei cori azzeccati a levare quest’ombra.
“Rock ‘n’ Roll Gypsies” fa il verso al debutto,
un brano piuttosto duro, si sente la mano di Tsangarides, ma lo spirito
da party song convince poco, non siamo in California. Anche “Martyred”
mostra una band più agguerrita. “Time To Go Now”
è una ballata con il singer Sniffa in forma smagliante. “Death
Row” a sorpresa è una track teatrale, con tanto di intro
recitato e delirante, siamo ancora nel pieno della NWOBHM, anche se
un po’ fuori tempo massimo. “The Minstrel” è
un hard prog che si distacca parecchio dal solito repertorio della
band e che deve aver disorientato non poco i fans dell’epoca.
“You Make Me Offers” spinge ancora sul metal, il gruppo
ci mette energia. La chiusura è affidata ad una track che dovrebbere
mettere d’accordo vecchi e nuovi fans, il solito hard boogie,
con un piglio più deciso. Infine troviamo l’aggiunta
di due bonus tratte da un singolo, si tratta di due brani molto party
oriented, in fondo questo è il lato più caratteristico
di questi Spider, un gruppo con grandi potenzialità, che ha
espresso dal vivo il proprio lato migliore.
A distanza di tanti anni Rough Justice, così come il suo predecessore,
è un discreto album di sano e divertente hard boogie, ben suonato
e con una discreta dose di energia, capisco i motivi che hanno portato
il gruppo all’oblio, ma una rivalutazione a questo punto potrebbe
anche essere più che meritata. GB
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