Tutte
le volte che assito ad un concerto degli Yes, o di uno dei suoi componenti,
torno a casa con l’idea di aver vissuto un momento unico, magico,
irripetibile. Niente di strano, visto il mio cieco amore per questa
band, ma questa sera è successo qualcosa che ogni fan come
me aspira solo nei sogni più arditi. Credo proprio che ognuno
dei circa 150 presenti al teatro Diners Della Luna di Assago, in occasione
della tappa italiana del leggendario chitarrista degli Yes, abbia
potuto realizzare almeno due desideri: il primo è senza dubbio
l’aver avuto la possibilità di vedere mago Steve esibirsi
in un contesto elettrico, accompagnato dalla sua nuova band i Remedy,
vero e proprio affare di famiglia vista la presenza dei due figli
Virgil e Dylan rispettivamente alla tastiera e alla batteria; il secondo
è qualcosa che gli yesfans presenti non avrebbero mai osato
sperare, stringere la mano, non a Steve che è piuttosto restio
ad incontrare i fans, ma all’altro mago degli Yes, lo storico
tastierista Rick Wakeman, il quale è entrato nella hall del
teatro, insieme alla compagna Alina Bencini, come un comune spettatore
lasciando tutti a bocca aperta.
Rick è una persona squisita e disponibilissima e ha distribuito
pazientemente autografi e ha fatto foto con tutti quelli che gli si
avvicinavano.
Tornando al concerto, Steve ha potuto esibirsi senza le restrizioni
acustiche che si impone nelle sue esibizioni soliste, così
ha potuto alternare i momenti elettrici con un intermezzo acustico,
per poi riprendere lo stile elettrico presentando anche un frammento
di Close To The Edge.
La scaletta ha compreso tutti i classici della sua brillante carriera
solista, vecchi brani come "Nature of the Sea", "Pennants",
"Diary of a Man Who Vanished" e “Lost Symphony”,
fino alle opere più recenti come l’opener “Small
Acts of Human Kindness” da Skyline, “Sensitive Chaos”
e “While Rome is Burning” da Turbulence e molte altr altre,
proponendo nella parte acustica le meravigliose “Leaves of Green”,
“Mood for a Day”, “The Clap” e “To Be
Over”.
Steve ha dimostrato ancora una volta di non essere un tipo scorbutico
e antipatico come molti lo dipingono, ma un musicista dal grande talento
e dalla professionalità estrema e alla fine del concerto è
anche uscito a salutare gli irriducibili fans rimasti fino a tardi
fuori dal teatro. Da segnalare l’assolo di batteria del figlio
Dylan, che davanti al papà compiaciuto e sorridente ha dimostrato
di essere ormai lontano anni luce da quel ragazzino insicuro che suonò
su The Grand Scheme Of Things e che è ormai sia un affermato
jazzista che un ottimo rockettaro, con un assolo degno dei più
grandi; meno in evidenza il fratello Virgil, più insicuro e
non molto tecnico.
Steve chiude il concerto con "Wurm" e qui la domanda sorge
spontanea…. chissà se Rick ha avuto la tentazione di
salire sul palco per eseguire il suo classico assolo?
Magico Steve, Magico Rick… magici Yes! MM
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