Rock Impressions

STEVE HOWE'S REMEDY - Assago (MI), 2004
di Michele Maestrini

Tutte le volte che assito ad un concerto degli Yes, o di uno dei suoi componenti, torno a casa con l’idea di aver vissuto un momento unico, magico, irripetibile. Niente di strano, visto il mio cieco amore per questa band, ma questa sera è successo qualcosa che ogni fan come me aspira solo nei sogni più arditi. Credo proprio che ognuno dei circa 150 presenti al teatro Diners Della Luna di Assago, in occasione della tappa italiana del leggendario chitarrista degli Yes, abbia potuto realizzare almeno due desideri: il primo è senza dubbio l’aver avuto la possibilità di vedere mago Steve esibirsi in un contesto elettrico, accompagnato dalla sua nuova band i Remedy, vero e proprio affare di famiglia vista la presenza dei due figli Virgil e Dylan rispettivamente alla tastiera e alla batteria; il secondo è qualcosa che gli yesfans presenti non avrebbero mai osato sperare, stringere la mano, non a Steve che è piuttosto restio ad incontrare i fans, ma all’altro mago degli Yes, lo storico tastierista Rick Wakeman, il quale è entrato nella hall del teatro, insieme alla compagna Alina Bencini, come un comune spettatore lasciando tutti a bocca aperta.

Rick è una persona squisita e disponibilissima e ha distribuito pazientemente autografi e ha fatto foto con tutti quelli che gli si avvicinavano.

Tornando al concerto, Steve ha potuto esibirsi senza le restrizioni acustiche che si impone nelle sue esibizioni soliste, così ha potuto alternare i momenti elettrici con un intermezzo acustico, per poi riprendere lo stile elettrico presentando anche un frammento di Close To The Edge.

La scaletta ha compreso tutti i classici della sua brillante carriera solista, vecchi brani come "Nature of the Sea", "Pennants", "Diary of a Man Who Vanished" e “Lost Symphony”, fino alle opere più recenti come l’opener “Small Acts of Human Kindness” da Skyline, “Sensitive Chaos” e “While Rome is Burning” da Turbulence e molte altr altre, proponendo nella parte acustica le meravigliose “Leaves of Green”, “Mood for a Day”, “The Clap” e “To Be Over”.
Steve ha dimostrato ancora una volta di non essere un tipo scorbutico e antipatico come molti lo dipingono, ma un musicista dal grande talento e dalla professionalità estrema e alla fine del concerto è anche uscito a salutare gli irriducibili fans rimasti fino a tardi fuori dal teatro. Da segnalare l’assolo di batteria del figlio Dylan, che davanti al papà compiaciuto e sorridente ha dimostrato di essere ormai lontano anni luce da quel ragazzino insicuro che suonò su The Grand Scheme Of Things e che è ormai sia un affermato jazzista che un ottimo rockettaro, con un assolo degno dei più grandi; meno in evidenza il fratello Virgil, più insicuro e non molto tecnico.

Steve chiude il concerto con "Wurm" e qui la domanda sorge spontanea…. chissà se Rick ha avuto la tentazione di salire sul palco per eseguire il suo classico assolo?
Magico Steve, Magico Rick… magici Yes! MM

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