Ma che bel nome hanno scelto questi musicisti polacchi, un nome che è carico di suggestioni, se poi la band fa musica prog direi che è un biglietto da visita quasi perfetto. Ma tornando alla band troviamo il nome del polistrumentista Wojtek Szadkowski, che ha fatto parte di gruppi come Collage, Peter Pan ed è tuttora nei Satellite, una bella fetta di storia del prog polacco. Lo accompagnano in questa avventura al suo debutto discografico la cantante Robin e altri tre membri dei Satellite. Il sound proposto è un moderno prog psichedelico, che non disdegna di misurarsi con sonorità molto moderne, vicine all’elettronica tipo Massive Attack, ne esce un disco dal sound fresco e graffiante, che convince e intriga.

L’album in apertura con “Your Story” presenta dei suoni minimali e mette subito in evidenza la voce sensuale di Robin, una versione sofisticata di Anneke (the Gathering, Agua de Annique), poi il brano prende quota con l’ingresso delle chitarre e della sezione ritmica, una buona presentazione. Poi le chitarre diventano anche molto acide e si mescolano molte suggestioni diverse, davvero un mix molto creativo. Con “Close” i suoni post rock si fanno ancora più evidenti e il pop minimale che spopola tanto in Inghilterra entra in gioco con prepotenza, ma gli Strawberry Fields ne danno una propria rilettura, molto intrigante, bello il finale con un ritornello che si imprime in testa. Ancora meglio la title track, che sembra il sunto perfetto di tutto quello che abbiamo detto finora. Ogni brano che segue è la continua conferma delle felici intuizioni che emergono dall’ascolto del cd, un sound fresco e moderno, talvolta un po’ sofisticato, ma sempre ricco di gusto. Bellissime anche la ritmata e melodica “Beautiful” o la misteriosa “Open Your Eyes”, songwriting vario ed efficace.

Ammetto che non mi aspettavo un disco così interessante da una terra che da un punto di vista musicale consciamo ancora poco, ma mi è bastato davvero poco per cambiare idea e sono molto contento. Gli Strawberry Fields sono una band ottima, forse non diventeranno mai famosi (chi lo sa?), ma questo disco ci mostra che hanno davvero delle grandi potenzialità. GB

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