Nonostante
negli anni settanta gli Stray avessero realizzato nove album, sono
sempre rimasti una cult band, molto apprezzati dagli appassionati
e dai collezionisti, ma molto poco conosciuti dal grande pubblico.
Il loro disco Saturday Morning Pictures (prodotto da Martin Birch
di fama Deep Purple, Iron Maiden e BOC) è un vero classico.
Gli Iron Maiden hanno rifatto il loro brano “All in Your Mind”
e li hanno voluti in tour con loro, perché la band a metà
degli anni ’90 si è riformata ed ha ripreso a produrre
dischi, anche se della formazione originale è rimasto solo
il chitarrista e leader Del Bromham. New Dawn, come suggerisce anche
il titolo del disco, è il primo lavoro partorito dalla rifondazione
della band, mentre Alive and Giggin’ è la registrazione
di un concerto tenuto nel 1996, dove band provava a scaldare i muscoli
i previsione del ritorno.
Come dicevamo New Dawn è uscito nel 1997 ed è il primo
album della storica band dopo circa vent’anni di silenzio, quindi
il titolo è molto emblematico, una nuova alba, un nuovo inizio
che è stato seguito da un’altra decina di dischi di cui
uno, Valhalla, prossimo alla pubblicazione. Il gruppo di Bromham oggi
è sostanzialmente un power trio di classic hard rock, ovviamente
molto chitarristico, quindi molto blues, qualche pennellata di folk
e un sound roccioso da suonare ad alto volume, come nella migliore
tradizione. “Dawn Rising” è un intro epico, mentre
il primo vero brano è la title track, che presenta un bel riffing
e delle linee melodiche azzeccate, è musica nostalgica, vintage,
ma che piacerà da matti agli appassionati del genere. La classe
e il mestiere non mancano a questi musicisti e brano dopo brano continuano
a pennellare canzoni convincenti, senza cali di tensione, anche se
forse manca un brano veramente penetrante. Scorrono così “No
Future”, “Dangerous Games” fino alla anthemica “Maybe
You Want Me”, che mi ricorda le cose migliori degli Status Quo,
davvero bella. Il blues emerge con orgoglio nella ritmata “Trouble”.
Passano le canzoni, ma come dicevo c’è davvero una forza
compositiva che premia l’ascolto e si arriva fino ad omaggiare
Hendrix in “Jimijam”, con un wah-wah decisamente evocativo.
Bella e per nulla scontata anche la ballata folk “I Want More”,
sorprende invece che sia seguita subito da un’altra ballata
semi acustica, che chiude il disco, comunque bello.
Il live album contiene tutto materiale d’epoca e si nota subito
come la dimensione “on stage” sia quella più congegnale
a questi artisti, che non hanno perso un grammo di smalto ed elargiscono
note cariche di feeling, fra hard blues e roccioso hard rock carico
di elettricità. La partenza è subito ottima con “Leave
It Down to Us”, poi si svivola più sul blues con “Fire
and Glass”, per arrivare alla classicissima “After the
Storm”, ancora davvero bella. Coinvolge “Take a Life”,
ma più intrigante è l’epica “Jericho”.
“I Believe It” è una song cadenzata in pieno hard
style un po’ prolissa, ma non mi dispiace. Sicuramente meglio
la mastodontica “Mister Wind”, un vero classico del genere.
Il disco si conclude con la già citata “All In Your Mind”
e non sorprende che gli Iron Maiden l’abbiano voluta omaggiare.
Grandi Stray, grande ristampa di questi due titoli che, anche se recenti,
sono ormai difficili da reperire, chi ama il vero hard rock non può
lasciarseli sfuggire. GB
Altre recensioni: Valhalla
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