Gli
Styx sono condiderati una leggenda, ma penso di non venire smentito
nel dire che non hanno raccolto rispetto a quanto hanno seminato,
almeno nel nostro paese, eppure sono stati fra i gruppi più
importanti per la definizione del Pomp e dell’hard rock sinfonico.
Trovarli quindi oggi con questo disco live condiviso con un’orchestra
di sessanta elementi non è proprio una sorpresa, ma di sicuro
è un gran piacere.
A partire dagli anni sessanta sono molti i gruppi che si sono cimentati
in questo tipo di esperimento, ricordo i Procol Harum e i Deep Purple,
poi ci sono stati anche gli Yes, ma l’elenco sarebbe troppo
lungo. Il fatto è che gli Styx non seguono una moda o una tendenza,
ma collocano la loro musica immaginifica in una sede che gli è
propria e questo è quanto troviamo testimoniato in questo mirabile
cd.
Tredici sono le traccie presentate, il sound è pieno, corposo
come un buon vino, l’orchestra è arrangiata in modo mirabile
e produce un tappeto sonoro che da grande enfasi ai brani, la band
è in piena forma e si sente tanto entusiasmo, per non parlare
dei cori superlativi, mai la musica degli Styx è stata così
efficace. Sicuramente sono proprio gli arrangiamenti spettacolari
che balzano subito in primo piano, ascoltate ad esempio “It
Don’t Make Sense”, dove tutto è perfetto, dalla
voce emozionante e potente di Tommy Shaw, ai suoni delle chitarre
ai cori, al groove del pezzo che si trasforma quasi in uno spiritual,
per non parlare del bridge della successiva “Everything All
the Time”. Io stesso ho riscoperto dei brani che in questa nuova
veste hanno acquistato una nuova grandezza e maestosità.
Se vi piace la musica rock suonata con un’orchestra classica
di supporto, allora non fatevi sfuggire questo disco veramente riuscito.
GB
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