Rock Impressions
Il Re del Gancio

Sun King - Terpsichore SUN KING - Terpsichore
Edizioni Raw Lines /
UDU Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2015


A qualche anno di distanza ritroviamo i volonterosi marchigiani Sun King, autori di un vibrante hard rock, carico di influenze e rodato da anni di tenacia e sudore. Nati nel lontano 2006 stanno per celebrare il decennale di attività e intanto ci presentano questo quarto parto discografico. Sicuramente un obiettivo importante e carico di significati.

Il disco si apre con l’anthemica “This Feeling”, potenziale singolo di impronta molto americana, un hard rock diretto, con ottime linee melodiche e un chorus che infonde energia. Ottimo anche l’affiatamento tra i quattro musicisti. “Touch It” è sembra hard rock, ma in chiave blues, molto meno mainstream del brano precedente. Colpisce ancora l’intesa che si respira tra i solchi. “Romance” nonostante il titolo non è una ballad, ma un brano duro e diretto, di stampo un po’ più inglese e molto settantiano. “Red Hot Steam Machine” è aperta dal suono di un treno, un tema ricorrente nel rock, che qui viene celebrato con enfasi e devozione, hard rock enfatico e divertente. “I Reject” è il primo brano che veramente mi entra per personalità e forza espressiva, linea ritmica pulsante e riffing intrigante, non è facile come gli altri, ma proprio per questo mi piace di più. “My Target” è in pieno stile NWOBHM, una corsa contro il tempo, un brano che farà vibrare molto chi come me è cresciuto a pane ed Heavy Metal. Con “Rory” si torna ad uno stile più americano e anche un po’ ruffiano. Altro brano molto inglese e settantiano è “Easy Rocker”, mi porta alla memoria i grandi Uriah Heep e devo ammettere che quando la band si spinge su questi territori mi piace molto di più. Molto divertente “Rock Czar”, una party song che ci sta bene, da cantare a squarciagola sotto il palco. “This Feeling Reprise” è un breve e divertente riallacciamento al brano di apertura. Chiude “Fear”, un brano duro, dal testo impegnato, quasi dark, una prova di carattere che mi piace trovare in chiusura, un po’ come il “vino buono” delle nozze di Cana.

Terpsichore è una piacevole conferma, i Sun King marciano dritti per la loro strada senza cedimenti, con un sound sempre più maturo e coinvolgente. Fossero nati oltre i patri confini avrebbero certamente più soddisfazioni, ma chissà che anche da noi non cambi qualcosa, sarebbe ora. GB

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