Rock Impressions

Sunroad - Wing Seven SUNROAD - Wing Seven
Musik Records
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2017


Con una carriera ventennale alle spalle, i brasiliani Sunroad tornano col settimo album in studio, anche se della formazione originale è rimasto solo il batterista Fred Mika. Negli anni hanno attraversato diversi generi, dall’hard rock con venature prog all’heavy metal, oggi sembrano essersi stabilizzati su un sound epico e potente, di stampo vagamente germanico e anche un po’ americano di metà ottanta, con buone melodie e una certa enfasi.

Tredici brani compongono questo nuovo album, si parte con l’anthemica “Destiny Shadows”, il gruppo gira bene, gli anni spesi insieme hanno dato frutto, buone le parti corali, un brano che dal vivo saprà trascinare a dovere il pubblico. “White Eclipse” continua su una linea molto simile, sempre molto heavy, che mira ancora a infondere energia positiva, anche se è una canzone meno riuscita della precedente. “In the Sand” è più cadenzata, con una buona dinamica tra parti più lente e impennate metalliche, niente di rivoluzionario, ma chi ama il genere troverà pane per i propri denti. “Misspent Youth” rallenta ancora un po’, diventando una ballata elettrica. La breve “Tempo” ricorda certi canti sacri, poi subentra “Whatever” con un metal ritmato, che riporta il disco sui binari d’apertura. “Skies Eyes” è la prima vera ballata, che non suona molto originale ma si lascia ascoltare. Si torna a correre con “Day By Day”, un heavy blues stumentale con la chitarra in primo piano. “Craft of Whirlwinds” e “Drifting Ships” non aggiungono molto a quanto già raccontato. Meglio “Brighty Breakdown”, mette voglia di muoversi. “Pilot of Your Heart” è un’altra ballatona che si apre col pianoforte per poi diventare elettrica, ma che non offre molti brividi. Ottimo invece il finale, con la complessa e ispirata “Last Sunray in the Road”, che riscatta alcuni momenti meno brillanti e chiude degnamente l’album.

I Sunroad sono una buona band dotata di grinta e tenacia, però stanno percorrendo una strada delicata, fanno una musica che temo sia un po’ lontana dai gusti dei giovani di oggi, con le possibili conseguenze del caso. Ma in questi tempi di grande confusione c’è sicuramente posto anche per loro. GB


Altre recensioni: Arena of Aliens + Flying 'n' Floating; Long Gone



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