I Queensryche sono stati una delle band più importanti nel
panorama heavy metal, con 25 milioni di dischi venduti in tutto il
mondo, hanno proposto suoni innovativi e un modo molto originale di
reinterpretare il genere ottenendo ottimi riscontri di critica e pubblico.
Geoff Tate, come saprete, è il loro cantante e torna sul mercato
con un nuovo album solista dopo dieci anni dal precedente (che non
conosco), a detta dello stesso Tate, il precedente era più
introspettivo e meno diretto, questo dovrebbe essere più diretto
e adatto ad essere proposto live.
Si parte proprio con un brano da situazione live “She Slipped
Away” è una canzone anthemica vivace e dinamica, ma anche
un po’ banalotta, “Take a Bullet” è molto
ruvida e nervosa, è sicuramente molto più personale
della precedente e moderna, il coro è piuttosto ripetitivo
però. “In the Dirt” gioca ancora con modernismi
non troppo estremi. “Say U Love It” continua per questa
strada, non rende più accessibile il disco, ma sicuramente
alcune idee sono intriganti. “The Way I Roll” è
retta da un riff dal forte sapore zeppeliniano, anche se il cantato
è molto nero, quasi rappato, un brano che non avrebbe sfigurato
nel repertorio di Glenn Hughes. “Tomorrow” è un
blues strano, originale, uscito da una penna capace di percorrere
vie nuovo o poco battute. “Evil” è ai limiti del
prog, ci sono ancora influssi zeppeliniani, ma l’impianto è
diverso dal precedente. Questa strada viene battuta anche con la complessa
“Dark Money” e ancora con l’intensa “These
Glory Days”, Geoff esprime tutta la sua personalità.
“Change” è quasi spirituale e precede la conclusiva
“Waiting”, che mi coinvolge meno.
Il nuovo disco di Tate non è sempre riuscito e in alcuni frangenti
mi ha un po’ lasciato perplesso, ma ci sono dei momenti davvero
buoni, che non salvano il lavoro nella sua totalità, ma che
ne fanno un titolo da valutare, possibilmente con ripetuti ascolti,
c’è del buono. GB
Articolo Queensryche
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