Abbiamo maturato una certa abitudine all’eleganza dei prodotti
Ark Records, è lecito quindi aspettarsi sempre un tenore qulitativo
piuttosto alto, questo a volte aiuta, a volte invece può essere
un problema, ma per adesso le attese non sono anocora state deluse,
nemmeno oggi con l’ottimo album di questi Tears Of Othila dal
nome molto suggestivo.
L’album si rifà alla tradizione musicale neo folk e pagana
con musiche di grande suggestione, talvolta la densità si fa
mistero, un qualcosa che ha un sapore esoterico e rituale, facile
da cogliere anche per chi è digiuno di questi concetti, ma
ovviamente molto più ricco per chi queste cose le coltiva con
passione. Se c’è una cosa che traspare con forza ascoltando
questo disco è proprio il fatto che trasuda di passione, perché
ci vuole tanta passione per partorire brani stimolanti come il secondo
dal titolo “May My Ode…”, con la sua chitarra sognante
e appena accennata, ma che trasuda forza, col canto sospirato e onirico
maschile e con i cori maliconici femminili, sembra di assistere ad
un canto di Omero. Che dire poi di “On Everlasting Memory”
portatore di una bellezza senza tempo. Vero anche che verso il sesto
brano il gioco incomincia a perdere un po’ del fascino magico
di inizio album, ormai la formula dei nostri è chiara e manca
quell’incanto che aveva colpito all’inizio, ma si resta
sempre su livelli decisamente alti, come nella irresistibile “The
Light of a New Dawn”, apice creativo dell’intero disco.
Questo album è di quelli che regalano emozioni a piene mani,
facile e difficile ad un tempo, che fa della musica un veicolo per
altri mondi, che solo l’ascoltatore attento saprà trovare.
GB
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