Rock Impressions

Il Tempio delle Clessidre IL TEMPIO DELLE CLESSIDRE
Il Tempio delle Clessidre
Black Widow Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Prog
Support: CD - 2010


Fra i nomi della scena prog italiana degli anni settanta i Museo Rosembach occupano un posto di primo piano e ritrovare oggi il loro storico cantante Stefano “Lupo” Galifi in questa nuova formazione è una notizia che accogliamo con particolare entusiasmo. Il Tempio Delle Clessidre però è una vera e propria band composta da cinque elementi, oltre a Galifi ci sono i giovani Elisa Montaldo alle tastiere, Giulio Canepa alle chitarre, Fabio Gremo al basso e Paolo Tixi alla batteria, una formazione che si è già espressa dal vivo riscuotendo ottimi consensi.

Questo titolo rappresenta il debutto discografico della band e presenta dieci brani tutti legati alla migliore tradizione prog. Si attacca con le atmosfere oscure di “Verso l’Alba”, l’impressione creata dalle tastiere e dalle chitarre è proprio quella di passare dal buio alla luce, una metafora che ci introduce subito in un ottimo mood. “Insolita Parte di Me” parte nervosa, con continui cambi di tempo, il risveglio è brusco, si passa dai sogni alla realtà, ci sono i King Crimson, i VDGG, i Genesis che fanno capolino, ma come entra il cantato le atmosfere si fanno poetiche, sia per i testi ispirati, sia per le scelte armoniche che pescano nella migliore tradizione italiana, con PFM, Banco, Le Orme e ovviamente Museo Rosenbach, la band c’è e si sente, l’unione delle influenze citate si concretizza in un sound che è debitore, ma senza perdere una propria originalità. Il brano seguente “Boccadasse” è più sinfonico, molto buona la tecnica. Poesia e attitudine rock si sposano in titoli molto riusciti come “La Stanza Nascosta”, dimostrando la buona maturità di questa band. Molto tenebrosa è “Danza Esoterica di Datura”, del resto con un titolo così… il brano è davvero riuscito, le tastiere di Elisa creano delle atmosfere molto convincenti, poi quando il brano diventa più elettrico aumentano i brividi. “Faldistorum” spinge ancora più a fondo nelle tenebre, rispettando la tradizione della label di proporre titoli spesso molto oscuri. Se proprio vogliamo cercare un pelo nell’uovo, ci sono momenti che funzionano meno bene, come “L’Attesa”, ma siamo verso la fine del cd e ci può stare, non che il brano sia brutto, anzi, solo che i brani precedenti erano meglio. Recupera subito la suite conclusiva “Il Centro Sottile”, che presenta ancora grande lirismo. Chiude la bonus track “Antidoto Mentale”, meno oscura del resto dell’album e per questo alleggerisce un po’ la tensione in modo molto positivo.

Ecco un disco prog fatto con i piedi saldamente piantati nella tradizione e occhi e cuore lanciati verso il futuro, che ci auguriamo ricco di soddisfazioni. Gli amanti del genere andranno a nozze con questo titolo, che è dedicato a tutti quelli che in questi anni hanno coltivato l’amore per un genere musicale intramontabile. GB

Altre recensioni: Alienatura; Live in Seoul

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