Rock Impressions

Ten Midnight - The City of Angels TEN MIDNIGHT - The City of Angels
Mellow Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: CD - 2010

Il terzo capitolo della saga dei progster Ten Midnight arriva ad un paio d’anni di distanza dalla loro ultima fatica, un disco molto ambizioso su cui la band deve aver investito parecchie energie a livello compositivo e si sente, molto più prog e un po’ meno heavy rock dei due precedenti lavori, il sound si è fatto più pomposo e solenne, memore della lezione degli ELP e di Wakeman. Ma gli ingredienti principali del loro sound sono sostanzialmente gli stessi, musica suonata con grande passione e voglia di lasciare un segno profondo in chi ascolta. L’unica cosa che manca è l’automobile variopinta, che era presente sulle prime due cover, che forse non era propriamente prog, ma che in fondo era diventata un po’ un simbolo di questa band.

Il disco è un concept basato su un affascinante romanzo fantasy, La Città dell’Estate, scritto da J. Crowley ed edito dalla Mondadori. L’album prende vita con “Waking Up”, poco più di un intro elettronico, atmosferico e molto “cosmico”, che lentamente ci introduce al primo vero brano, che è la suite “Early Memory”, aperta da un flauto sognante, molto vintage se volete, ma anche pieno di fascino, poi entra un cantato a più voci, ancora echi di Kansas e di certe cose dei Gentle Giant e anche qualcosa dei Jethro Tull, ma non tanto per l’uso flauto, ma per certi intrecci hardeggianti con altri sinfonici, per finire direi che c’è qualcosa anche del Banco, in tutto questo rimando a citazioni illustri i Ten Midnight ci mettono tanta passione e impegno,dando vita ad un mix molto godibile, che si rivolge ad un pubblico specifico, ma che non lo lascia certo deluso. Buona l’integrazione dei testi in italiano con le musiche, da sempre punto debole dei gruppi prog italici, ma che i Ten Midnight hanno risolto piuttosto bene. Bella nervosa è la partenza di “Running in the Wind”, con un bel contributo delle tastiere, fanno capolino i già citati ELP. “Over the Horizon” ha una struttura ritmica più ardita dei brani precedenti, meno immediata, ma più ricca, con belle parti strumentali. Le armonie vocali sono sempre stati il punto forte di questo gruppo, così non sorprendono le magie di “Life Valley”, uno splendido momento sinfonico che torna a omaggiare i Kansas. Qualche tocco moderno apre l’oscura “The Bread Tree”, quasi hard rock. A discapito dei titoli quasi tutti i brani sono cantati in italiano, ma la title track quasi a sorpresa è in inglese e il gruppo non perde la propria identità, molto bello il solo di chitarra finale. “Syntax Error” è una breve parentesi elettronica, che precede il brano più heavy del disco, l’incisiva e strumentale “Cats”, quasi purpleiana. Molto bella “Memories”, uno dei momenti più riusciti del disco, dove il gruppo riesce a convogliare in modo praticamente perfetto tutte le proprie qualità. “Revelation” è una ballata dominata da un pianoforte, molto poetica, chiude infine “Rewind”, un outro elettronico molto onirico.

Gran bel ritorno questo dei Ten Midnight, una band che ha trovato una propria dimensione e che la sta portando avanti con la giusta convinzione, certo sono sempre piuttosto “vintage” se volete e magari anche un po’ “regressive”, ci sta anche questo, ma non dovete prendere queste affermazioni come un punto di demerito, perché quando un disco è fatto con la passione che ci hanno messo questi musicisti è sempre un gran piacere ascoltarlo. GB


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