Il potente doom dei Thunderstorm torna a turbare le nostre notti insonni con questo sulfureo quinto album dalla copertina molto poco rassicurante, che esce dopo un silenzio durato ben tre anni. Il disco è stato registrato negli studi New Sin Audio Design dove sono già passati alcuni dei gruppi più influenti dell’attuale scena metal tricolore come Labyrinth, Vision Divine e Domine. Rispetto al passato la band ha spinto il proprio doom metal verso sonorità più heavy classiche, mentre il fil rouge che lega i brani si ispira ai film horror italiani, ne esce la figura di un assassino che si aggira fra i solchi del cd per carpire le proprie prede, con la formula inquietante: Una canzone per ogni omicidio - Un omicidio per ogni canzone. Un Nero Enigma che accompagna l’ascoltatore lungo le nove tracce che compongono questo oscuro cd.

La musica dei Thunderstorm è sempre stata efficace e questo nuovo sigillo non tradisce questa tradizione ormai consolidata, infatti l’album parte davvero molto bene con la mefitica title track, un sabba moderno convincente. “When April Dies” è un doom metal moderno, quasi prog con delle buone soluzioni armoniche. Molto ossianica e sabbatiana è invece la lunga “Oprys”, sembra davvero di fare un tuffo nel magico passato dei primi Black Sabbath. Il viaggio continua con determinazione con “5o25” e “Shallow”, ma è col riff maideniano di “The Trial of Life” che il gruppo fa provare nuovamente dei brividi. Il disco procede senza rallentare la propria marcia di un millimetro, molto ottantiana è anche “Mechanical Delights”, i Thunderstorm dimostrano di saperci fare, prova superata anche nella rallentata “Monologue”. Solo l’ultimo episodio mi è sembrato un po’ stanco e non all’altezza dei brani precedenti, ma non ha certo intaccato il valore di questo album.

Fabio Bellan, Omar Roncalli e Attilio Coldani sono un power trio capace di competere coi gruppi internazionali e spero proprio che possano mietere sempre più consensi anche fuori dai patrii confini. GB

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