Il Prog che resta radicato con tutte le proprie forze a se stesso.
Passano gli anni, i decenni, ma la forza di resistere non viene meno
e ce lo raccontano anche i lussemburghesi TNNE con “l’orologio
che è andato indietro”. Ho preso questa metafora per
cominciare a parlare di un graditissimo ritorno, i TNNE (The No Name
Experience) sono il nuovo progetto dell’ex tastierista dei No
Name Alex Rukavina e del cantante Patrick Kiefer che ha lasciato la
band nel settembre 2010. Con i due musicisti suonano anche Michel
Volkmann (chitarra), Giles Wagner (batteria), Claude Zeimes (basso)
e Fred Hormain (sax).
Di certo i più afferrati di voi conoscono bene le potenzialità
dei No Name e sicuramente riponete buone speranze anche in questo
debutto dal titolo “The Clock That Went Backwards”, e
non vi sbagliate. Con un artwork curato ed esaustivo in forma cartonata
ed una registrazione audio davvero buona, l’album si presenta
suddiviso in nove tracce.
Il genere proposto è un insieme di New Prog e Psichedelia,
per chi li conosce posso avvicinarli ai tedeschi RPWL, per farvene
una certa idea.
“My Inner Clock” riesce sin da subito a spiegare il legame
che esiste fra i due generi, ma anche con l’attenzione di chi
nel tempo ha saputo ascoltare. La parte strumentale specialmente la
dice lunga. Di certo non sfuggono anche riferimenti ai Pink Floyd.
Riflessione sul tempo che passa, o meglio…che vola, nella breve
“Clairvoyance” e quando il piano parte ed arpeggi di chitarra
lo raggiungono, la mente vola su altopiani Marillioniani era Fish.
Preludio per “About Angels And Devils”, semplice ed orecchiabile.
La title track impegna di più, le chitarre distorte che fanno
la ritmica donano all’ascolto profondità, come bene sanno
fare gli Arena di “The Visitor”. Bellissimo assolo di
chitarra che non è altro che il suggello della mia descrizione.
Non ci sono suite nell’album, tutto comunque resta legato e
scorrevole, un unico viaggio che di emozioni sa rilasciarne a profusione.
“Circles Of Life” gioca bene sulla formula canzone, perché
il New Prog a differenza di molti altri sottogeneri, ha capito l’importanza
della melodia di facile assimilazione. Ci accolgono nel loro nuovo
mondo con l’Hard Prog di “Welcome To My New World”
per poi concludere alla grande con “The Snow”, fra reminiscenze
Genesis e molto altro. Esiste anche la versione edit di “Circles
Of Life”, toccante e raffinata.
“The Clock That Went Backwards” è un bel disco,
consigliato ai fans dei gruppi che ho citato, ma anche a tutti coloro
che amano la musica in generale, perché questo lavoro ha due
opzioni, fare ascoltare con attenzione meditativa e divertire senza
grandi impegni. Incongruenza? Credetemi, non è cosa per tutti.
Un ritorno gradito. MS
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