Quando nel Metal Prog la tecnica non soffoca la melodia, nascono proposte
davvero affascinanti e gradevoli. Equilibri di suoni fra controtempi
e fughe strumentali ma soprattutto buoni ritornelli, sono gli ingredienti
che adoperano i tedeschi Toxic Smile.
Nella band milita una vecchia conoscenza del circuito, Marek Arnold,
sassofonista anche con Cyril, Seven Step To The Green Door e Flaming
Row. Assieme al batterista Daniel Zehe nel 1996 forma la band Toxic
Smile, con loro si uniscono Uwe Reinholz alla chitarra, Robert Brenner
al basso e Larry B. alla voce. Oggi alla batteria troviamo Robert
Eisfeldt.
Come lascia presagire il titolo dell’album, questo è
il settimo sigillo da studio. Qui ci sono ingredienti che fanno del
Metal e del Prog la punta di diamante della ricerca nel Rock. Dove
c’è “evoluzione” esistono questi album che
possono anche non essere considerati dei capolavori, perché
per esserlo devono avere forte personalità, ma dentro le composizioni
hanno comunque un puzzle formato da differenti ed interessanti soluzioni.
Come ci raccontano i ritornelli di “From Inside Out” e
“Barefooted Man”, la melodia è un punto imprescindibile
ed inamovibile. Paragonate questi due brani con il successivo “Needless”
e capirete la differenza fra essere Metal Prog e sperimentalmente
Metal Prog. Quest’ultimo sembra uscire da “Rage For Order”
dei Queensryche.
Il sax ci accoglie in “Love Without Creation”, composizione
più abbordabile, quasi in stile Toto. Ebbene il fascino e la
classe dei Toxic Smile qui fuoriescono in tutto il loro splendore.
Riff taglienti in modalità “on” nella successiva
“Rayless Sun”, una mini suite di otto minuti che lascia
campo anche ad ampie schiarite sonore.
“King Of Nowhere” è una sorta di mix fra New Prog
e Metal, un tentativo alquanto bizzarro ma non sgradevole, specie
nella fase ritmica, sicuramente messa a dura prova. L’album
si chiude con “Afterglow” (no, non è “Wind
And Wuthering” dei Genesis), altra palestra per la sezione ritmica
con tappeti di tastiere e molto dei Dream Theater.
“7” è un album schietto, ma indeciso fra “schiaffo
o bacio”, avesse avuto un poco più di coraggio, o dal
lato Metal, o dal lato Prog, forse avrebbe convinto di più.
Così si rischia una via di mezzo nella terra di nessuno. Ma
è davvero ben fatto, ben registrato e con ottimi momenti musicali.
Sicuramente nel complesso un disco sufficiente e da ascoltare. MS
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