Due
anni fa avevo accolto con molto calore il primo capitolo di questa
avventura discografica, intrapresa dalla Magna Carta e dedicata al
mondo dei batteristi, che spesso viene ingiustamente sottovalutato.
Poi criticai l’anno successivo il secondo capitolo, perché
era una raccolta estrapolata dagli archivi della stessa etichetta
e conteneva tutto materiale edito. Per il terzo volume le cose sono
cambiate, abbandonato il mondo della fusion e del prog, i curatori
si sono rivolti per lo più al mondo del metal in doppia cassa,
anche la grafica in copertina lascia intuire questo.
I nomi chiamati in causa sono nuovi rispetto ai due precedenti episodi
e sono Jordan Mancino (As I Lay Dying), Chris Adler (Lamb of God),
Jeremy Colson (Steve Vai), Justin Foley (Killswitch Engage), Jason
Bittner (Shadows Fall), Kenneth Schalk (Candiria), Joe Nunez (Soulfly),
Tom Taitano (Totalisti), Chris Pennie (Dillinger Escape Plan), Derek
Roddy (Blotted Science), Raanen Bozzio (Stasis) e Michael Justice
(Unearth). I brani finalmente sono tutti indediti e sono stati composti
per l’occasione. Il tema conduttore sembra essere quello della
follia espressiva, questi artisti più che presentare dei virtuosismi
sembrano presentare uno stile selvaggio e incontenibile, dove la rabbia
si mescola alla velocità e alla fantasia. Del resto anche il
video contenuto nel cd è alquanto fuori di testa con filmati
dal dentista, da un tatuatore, con Taitano che rompe una chitarra
e altre amenità che vi lascio il piacere di scoprire da soli.
Per fortuna c’è anche qualche brano sperimentale che
si discosta dal metal più crudo, ma sono parentesi molto isolate.
Se amate i virtuosismi controllati e il suonare che privilegia l’eleganza
e la classe alla forza e alla velocità questo disco non fa
per voi, qui viene prima la potenza poi tutto il resto. GB
Altre recensioni: Drum Nation 1; Drum
Nation 2
|