I Wendy?! sono una band capitolina al secondo album. Il gruppo è
capitanato dal cantante e chitarrista Lorenzo Canevacci, che nei primi
anni ’80, in piena tempesta punk, militava nella band hardcore
Bloody Riot. Il nome della band si ispira al famoso film di Kubrick
Shining, una scelta non casuale, perché Canevacci con la sua
musica intende indagare i lati oscuri dell’animo umano. Gli
altri componenti della band sono il bassista Andrea Giuliano, il chitarrista
ritmico e tastierista Alessandro Ressa e il batterista Luca Calabrò.
Il passato punk di Lorenzo trasuda dalla sua musica, che tiene conto
anche di quanto c’era prima e di quanto è venuto dopo,
con la speranza di proporre un sound corposo, energico e soprattutto
capace di suscitare emozioni profonde.
Apre “Brain Drain”, un classico intro fa da preludio ad
un riffing incendiario che è tributo sia agli anni ’70
che ’80, dei primi ha la maestosità, dei secondi ha l’immediatezza
e la ruvidezza, i Wendy?! si dimostrano subito rocker di razza, che
sanno dar vita ad un rock stradaiolo dal buon impatto. “Lovers’
Lies” è una ballata elettrica vagamente alla Mark Lanegan,
la base è blues, anche se non manca una sterzata energica.
Stessa struttura per “I’m Sick”, che però
è più punk come attitudine. Brano sul disperato è
“Hallelujah, I’ve Got a Gun”, un brano di spessore,
molto più complesso dei precedenti e che prova la buona vena
dei nostri. “I’m Gonna Try” è una vera ballata,
nel vero senso del termine, anche se non è scontata. Se pensavate
ad un ammorbidimento ecco arrivare la metallica “DDR (The Sea
of Rome)”, la chiave è ancora blues, ma è maledettamente
acido e caustico. Bella anche “At Your Door”, ci sono
diversi richiami, si sente che questi musicisti conoscono parecchia
musica, il bello è che e ne fanno un mix sufficientemente personale.
“Breakout Plan” aggiunge poco a quanto già detto.
Si rimane su buoni livelli anche nella seguente “Sleepwalker”
e nella finale “Reprise”, definiscono il sound della band
senza dire di più.
I Wendy?! sono ottimi rocker e questo disco offre un discreto spaccato
delle loro capacità, penso che il panorama italiano vada stretto
a questi musicisti, speriamo abbiano la possibilità di far
girare la loro musica fuori dai confini nazionali. GB
Altre recensioni: Idols & Gods; In
the Temple of Feedback
Sito Web
|