Il duo degli Airportman composto da Risso Giovanni e Lamberti Marco
ha consolidato una lunga tradizione album dopo album e oggi ci propongono
questo nuovo disco. Nel loro sound mescolano diverse influenze, per
lo più si tratta di musica minimale, volutamente lenta e riflessiva,
dove si ricerca la bellezza in un calmo fluire delle note.
Quattro lunghi brani con testi declamati o cantati. Difficile inquadrarli,
perché passano dallo spleen di La Yurta Montata a momenti teatrali,
quasi cabarettistici come nella conclusiva ghost track The Pirate
Song, passando per la ruvida Nei Kiwi C’è il Mare, che
mescola tensioni post rock e psichedelia. Non è un disco né
facile né immediato e richiede più ascolti per lasciarsi
interiorizzare.
Musica velleitaria non adatta ad un pubblico “fast listen”,
che ascolto dopo ascolto dischiude le sue profondità. GB
Altre recensioni: Letters; Nino
e L'Inferno; David; Ed
È
Subito Autunno
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