Rock Impressions

Axel Rudi Pell - Mystica AXEL RUDI PELL - Mystica
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2006


La peculiarità di Axel Rudi Pell è senza ombra di dubbio la coerenza. Il bravo chitarrista ci ha propinato nella sua lunga ed onorevole carriera, una sfilza di dischi “carta carbone”, tutti di buona qualità, perché allora cambiare proprio adesso? E via, avanti tutta verso schitarrate epiche supportate ottimamente dalla batteria del veterano Mike Terrana.

Andando all’attento ascolto però dobbiamo rimarcare, per onor di cronaca, una lieve virata verso un Hard Rock alla Raimbow o ancora meglio Deep Purple primo periodo. Accantonate le scorribande Malmsteen style? Nemmeno per sogno, l’epicità è sempre pulsante, soprattutto nella classica conclusiva song che in questo caso porta il titolo di “The Curse Of The Damned”. Tanta potenza dunque, sana e vibrante, come la possente (forse anche troppo) voce di Johnny Gioeli. Diciamola tutta, Axel non tradisce mai le aspettative dei propri fans, proprio come i Manowar, tanto per intenderci.

Si comincia come stile con una intro dal titolo “The Mysterious Return”, per immergersi in un apnea sonora stracolma di riff massicci e buoni solo di chitarra, proprio come Axel ci ha abituati. Godibilissima “Fly To The Moon”, così “Rock The Nation”, ma “Valley Of Sin” ha qualcosa in più, malgrado il ritmo sia più cadenzato. Le coordinate ovviamente sono le stesse di sempre , quindi “Living A Lie” non fa eccezione. In “No Chance To Live” ci addentriamo in una song più intimista, stile Scorpions 100%. E’ la volta della title track “Mystica”, otto minuti di ottimo Metal, scuola per nuove leve, semplice mid tempo con rabbia e sudore, difficile non seguire il ritmo con il corpo, in questo i nostri sono maestri. Gioeli riesce anche a fare il verso a R.J. Dio. La medioevaleggiante “Haunted Castle Serenade (Opus 4 Grazioso e Egresso)” è una composizione strumentale toccante e chitarristica, un respiro prima di immergersi in “Losing The Game”, puro Axel Rudi Pell style. Si chiude in bellezza con i dieci minuti della succitata “The Curse Of The Damned”, delizia per le orecchie.

Una recensione scontata direte voi, ma io cosa ci posso fare se questo è? Con Axel Rudi Pell si va sul sicuro, il bravo chitarrista non ha fallito nemmeno questa volta il bersaglio. MS

Altre recensioni: Knights Live; Diamonds Unlocked; Tales of the Crown; The Crest

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