Rock Impressions

Axel Rudi Pell - Tales of the Crown AXEL RUDI PELL - Tales of the Crown
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2008


Diciottesimo disco per il veterano chitarrista Tedesco Axel Rudi Pell e nuovo tassello di un mosaico gigante qual’e l’Heavy Metal. Conosciamo già le capacità esecutive dell’artista e anche quelle compositive, per cui un nome ed una garanzia confermate. Circondato sempre dalla sua ottima band formata da Johnny Gioeli alla voce, Volker Krawczak al basso, Ferdy Doernberg alle tastiere e dal mitico Mike Terrana alla batteria, il nostro ci propina l’ennesimo disco di qualità. Sia dal lato compositivo, che esecutivo non si denotano sbavature, un lavoro ricco di buone melodie e di ottimi assolo di chitarra. La produzione aiuta a sottolineare lo sforzo creativo del progetto, mentre l’artwork è l’ennesimo esempio di rappresentazione tipicamente metallara.

Nulla da eccepire sin dai sette minuti iniziali di “Higher”, un pezzo altamente adrenalinico, specialmente nel momento centrale, dove la chitarra si esprime al meglio nell’assolo. Il refrain ed il ritornello riprendono l’insegnamento dei vecchi maestri come R.J.Dio, Rainbow, Deep Purple etc. Saldata alla sua precedente, “Ain’t Gonna Win” è pane per i fans della band, dove il vocalist Gioeli fornisce un'altra buona prova, anche se non lo ritengo un cantante di caratura elevata.
Come un rullo compressore il disco prosegue fra i suoi riff sanguigni, ed è la volta di “Angel Eyes”. Combattiva e massiccia, la canzone si sbobina come un vecchio film già visto, con le solite sensazioni durante le scene principali. Si sussulta e si gode, ma sempre con la consapevolezza di aver vissuto questa scena. In fondo va bene così, quale artista al mondo cambia stile ogni singolo brano? Questo è il genere e queste sono le linee focali, prendere o lasciare. “Crossfire” è più cadenzata, ma sempre pesante, forse un momento di pausa rispetto le altre realizzazioni. Spezza l’ascolto la lenta “Touching My Soul”, ballatone in crescendo, dove le doti tecniche del teutonico chitarrista fuoriescono in tutto il proprio splendore. “Emotional Echoes” mi prende bene, canzone strumentale di tecnica e classe, dove non serve correre sulle corde della chitarra più di tanto per farsi godere. Un mix di tecnica e cuore che mi convince a pieno. Di routine invece mi risulta “Riding On An Arrow”, senza troppa enfasi, quasi stile Scorpions, un buon ritornello canticchiabile ma nulla più. Identico intro tastieristico di “Higher” in “Tales Of The Crown” e più o meno stessa linea d’onda. Più tagliente “Buried Alive”, altro brano che potrebbe uscire dalla discografia degli Scorpions. Si chiude con “Northern Lights”, un lento bello e toccante in diversi passaggi.

In definitiva, “Tales Of The Crown” è l’ennesimo buon disco di Axel Rudi Pell, i fans sanno cosa attendersi da lui e di rimando il chitarrista non li delude. Vi piace l’Heavy Metal al limite del Melodic? Odiate i chitarristi che corrono a cento all’ora sempre sopra le stesse scale? Questo cd fa per voi. Compitino eseguito, il ragazzo è promosso, con la suffiecienza. MS


Altre recensioni: Knights Live; Mystica; Diamonds Unlocked; The Crest;
Into the Storm; Risen Symbol

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