Vi abbiamo introdotto i BJH nella recensione precedente, sono una
storica band di folk rock, che ha seguito un proprio percorso artistico
svincolato dai grandi movimenti. Questo disco è uscito nel
periodo di grande crisi di tutti i dinosauri settantiani, più
o meno tutte le grandi band hanno avuto problemi di identità
artistica e hanno faticato parecchio a reggere l’ondata devastante
del punk e della nuova musica pop, i BJH in questo senso hanno proseguito
il loro cammino con grande integrità, aggiornando il sound,
ma nel rispetto della loro tradizione, fatta di melodie ariose e belle
canzoni.
Il titolo in questo senso non poteva essere più azzeccato,
Ring of Changes ovvero Ciclo di Cambiamenti, ma in fondo il gruppo
non ha stravolto il proprio sound. Il disco inizia con un intro da
musica classica, che lancia “Fifties Child”, un brano
solare, arioso, retto da una melodia superlativa, se volete è
leggera rispetto a quanto fatto dalla band negli anni, ma non è
una regressione. Più contemporanea “Looking From the
Outside”, che sicuramente risente delle sonorità del
periodo, sempre belle le linee melodiche. “Teenage Heart”
recupera le sonorità folk grazie ad un bel suono di chitarre
acustiche, ma con un piglio al passo coi tempi. Molto più moderna
è “High Wire” potenziale hit, moderatamente hardeggiante
e con un ritornello acchiappone che mette voglia di cantare. Altro
brano riuscito nell’intento di coniugare tradizione e nuovi
suoni è “Midnight Drug”. Molto bella la ballata
“Waiting For the Right Time”, alla fine è sempre
il lato melodico della band a convincere di più, non a caso
è stata scelta come singolo. “Just A Day Away”
è un’altra bella ballata dal sapore folk, con sonorità
che però ricordano abbastanza gli Abba. “Paraiso Dos
Cavalos” è più convincente, un brano dal sapore
retrò, però azzeccato. La title track è il ponte
perfetto tra passato e presente, non è un brano memorabile,
ma rappresenta bene il passaggio tra diverse sonorità.
In chiusura alla presente ristampa troviamo tre bonus tracks, l’inedita
“Blow Me Down”, ancora un tentativo riuscito di coniugare
passato e presente, poi ci sono le versioni del singolo di “Waiting
For the Right Time” e di “Ring of Changes”. Questo
disco mostra lo sforzo di una band storica di restare a galla nonostante
il cambiare dei tempi. Di certo questo non è un disco che all’epoca
poteva attrarre più di tanto le nuove generazioni, però
ci consegna una band che non stravolge il proprio passato, ma che
cerca di traghettarlo verso nuove sonorità. GB
Altre recensioni: Live Tapes; Victims
of Circumstance
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