Quello dei Bedlam è un classico nome da culto della scena hard
rock dei primi seventies, di quella folta schiera che ha prodotto
lavori memorabili, ma che non è riuscita ad emergere e pensare
che in formazione avevano un certo Cozy Powell, Dave Ball (Procol
Harum) col fratello Denny e Frank Aiello (Truth), il loro unico disco
del 1973 è il classico disco dimenticato, un gioiellino di
vero hard rock. Ai più esperti di voi poi non sarà sfuggito
che la formazione è quasi la stessa dei Big Bertha, dove mancava
il solo Aiello e che fu autrice di altre piccole gemme da culto. E
pensare che i Bedlam avevano suonato di supporto anche ai Black Sabbath,
che la critica li aveva sostenuti e che è stato proprio il
consenso a minare il futuro della band, che si è sciolta solo
dopo un anno.
La Angel Air, specializzata nel recupero di gemme perdute, ha pubblicato
questo live registrato nei Command Studios di fronte ad un ristretto
pubblico a fini promozionali, ma che non vide mai la luce. La qualità
di registrazione è davvero buona, si sentono bene tutti gli
strumenti, inoltre il gruppo era in gran forma.
Il disco propone nove brani più la bonus “Dance With
the Devil”, un fortunato singolo di Cozy, che raggiunse il terzo
posto nelle classifiche inglesi, in questo caso è una versione
suonata da tutta la band. Il sound ovviamente è altamente nostalgico
ci sono tutti gli elementi tipici del genere, una solida base ritmica
resa particolarmente brillante dal drummig ricco e ricercato di Powell,
che col basso pulsante di Denny crea un tappeto trascinante come pochi,
il chitarrismo di Dave poi rientra nella media, è brillante,
senza raggiungere i vertici dei principali nomi della scena, anche
se sta vicino a molti, ma quello che conta è che si tratta
di ottima musica rock, in certi momenti si raggiungono anche dei livelli
veramente elevati, come in “The Fool”, che è un
brano davvero ricco di soluzioni nei suoi oltre undici minuti e ad
un certo punto si permette anche di citare altri classici dell’epoca,
con dei giri di basso e batteria da urlo e un finale da brividi lungo
la schiena, una lunga jam session che mette voglia di suonare. Ma
a questo punto il concerto è tutto un crescendo di emozioni
ed è davvero incredibile che una band così sia caduta
in un semi anonimato. Degna conclusione del live la trascinante “Set
Me Free”, che brano! “Dance With the Devil”, a differenza
del concerto, è registrata un po’ male, non perde il
suo fascino e presenta una buona grinta interpretativa.
Ci sono persone che non amano queste operazioni di “archeologia
musicale”, io invece le ho sempre amate molto, per cui nel giudizio
sono di parte, ovviamente questo disco è dedicato a tutti i
veri amanti del rock settantiano, quindi se siete fra questi correte
a cercare questa gemma, se invece siete solo dei modernisti probabilmente
non siete nemmeno arrivati a leggere fin qui, peggio per voi. GB
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