Dopo la pubblicazione postuma del concerto del ’73, sempre ad
opera della volonterosa Angel Air, oggi ecco arrivare il recupero
di un concerto che ha preceduto di poco lo scioglimento dei Bedlam,
di cui vi abbiamo parlato nella precedente recensione, una band scioltasi
a causa del successo ottenuto con un singolo, un destino crudele ed
impietoso, che non ci impedisce di provare comunque stima ed ammirazione
per il gruppo di Cozy Powell, dei fratelli Dave e Danny Ball e del
singer Frank Aiello. Quello che la volta scorsa non vi abbiamo detto
è che il gruppo è nato ancora negli anni ’60,
senza Aiello, poi però le loro strade si sono separate per
ritrovarsi insieme negli anni ’70 ed incidere il loro unico
e indimenticabile album del 1973. La tragica morte di Powell per incidente
d’auto nel ’98 ha posto fine a voci che volevano una reunion
del gruppo, ma l’idea non è del tutto sfumata e forse
vedremo ancora il nome dei Bedlam in circolazione, si presume col
batterista Russel Gilbrook (Uriah Heep), ma questa è un’altra
storia.
Il primo brano proposto è la seminale “Believe in You”,
di chiara matrice blues, la lezione dei Cream è evidente, la
passione è palpabile, in particolare nel sentito assolo di
chitarra. “The Beast” è una classica canzone retta
da un ottimo riff di chitarra, ancora grande rock blues, molto dinamico,
con ritmiche incalzanti e un lavoro chitarristico sempre sopra le
righe, ma anche l’interpretazione di Aiello è notevole.
“The Great Game” è una power ballad non convenzionale,
ottimo il lavoro ritmico e sempre toccante Frank, che aveva molto
poco da invidiare a nomi ben più ricordati del suo. “Set
Me Free” è un classico del gruppo e conserva tutta la
sua carica esplosiva. Una breve presentazione/intervista fa da intermezzo
prima della lunga “The Fool”, un brano che diventa una
jam session di oltre ventun minuti di pura goduria hard blues deluxe,
una vera apoteosi finale. Come bonus track troviamo la riedizione
di “The Beast”, Danny sta cercando di rimasterizzare l’album
del ’73 dai nastri originali e questo ne è un assaggio,
un lavoro di pulizia che non toglie nulla dell’enfasi propria
del pezzo.
I Bedlam non dovrebbero essere un gruppo da culto, ma questa sorte
è toccata anche a molte altre meritevoli band, comunque è
proprio grazie al lavoro di etichette cariche di passione come l’Angel
Air se oggi possiamo riassaporare tutto il talento di questi artisti.
GB
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