Abbiamo già avuto il piacere di incontrare i macedoni Bernays
Propaganda circa tre anni fa, in occasione della pubblicazione del
loro secondo album, nel frattempo è uscito un progetto parallelo
a nome Xaxaxa e un remix di loro brani. Intanto il gruppo si è
solidificato grazie ad una buona serie di esibizioni live in giro
per l’Europa e oggi li ritroviamo col terzo album della loro
saga. Rispetto al disco precedente il gruppo ha optato per la lingua
nazionale, usata tranne in un paio di canzoni cantate ancora in inglese.
Il disco apre con la grintosa “Pogresno Zname”, il ritmo
è sincopato e incalzante, la chitarra graffia e Kristina canta
con grande convinzione, il cantato in lingua sicuramente l’aiuta
e la lascia libera di esprimere tutta la sua carica, comunque nel
booklet ci sono tutti i testi tradotti, per cui si ha comunque la
possibilità di capire di cosa parlano e devo dire che ci sono
dei passaggi interessanti, emerge la classica critica, spesso caustica,
del punk contro i mali dei nostri tempi, materia su cui è sempre
bene riflettere. I brani si susseguono con ritmo febbrile e lo stop
and go di “Makedonski Son” piace, la band riesce bene
ad esprimere il disagio in un tessuto musicale ruvido, ma che non
urta. “A Bone to the Dog” è il primo pezzo in inglese,
Kristina non perde smalto, il sound pur restando in linea con le cose
precedenti, si fa più dark e la chitarra graffia di più
e mi piace parecchio. “Bar Kultura” musicalmente sembra
la prosecuzione del pezzo precedente, l’inizio è quasi
uguale, solo che qui è dilatato, e anche il ritmo è
molto simile, mentre la chitarra è più presente, meglio
la traccia seguente, dal titolo impossibile, sembra una versione molto
più punk dei primi U2. La title track, che significa “A
Forbidden Planet” è un pezzo duro, sicuramente uno dei
momenti migliori del disco e il gruppo mostra il meglio di sé.
Non male neanche “Ordinary Toy”, anche se un tantino più
prevedibile. Le tentazioni gothic punk tornano prepotenti con l’impulsiva
ottava traccia. Molto intensa anche la conclusiva “Leb i Igri”,
coi suoi rimandi pieni di riferimenti, il gruppo dimostra tutta la
sua cultura.
I Bernays Propaganda sono una band sempre più matura, con un
songwriting sufficientemente vario e ci sanno fare coi testi, certo
il genere trattato rischia di confinarli in un terreno di soli appassionati,
ma se sapranno tenere duro, col tempo potrebbero davvero diventare
una band di punta per tutta la scena balcanica. GB
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