Rock Impressions

Bernays Propaganda - Zabraneta Planeta BERNAYS PROPAGANDA - Zabraneta Planeta
Moonlee Records
Distribuzione italiana: no
Genere: Punk
Support: CD
- 2013


Abbiamo già avuto il piacere di incontrare i macedoni Bernays Propaganda circa tre anni fa, in occasione della pubblicazione del loro secondo album, nel frattempo è uscito un progetto parallelo a nome Xaxaxa e un remix di loro brani. Intanto il gruppo si è solidificato grazie ad una buona serie di esibizioni live in giro per l’Europa e oggi li ritroviamo col terzo album della loro saga. Rispetto al disco precedente il gruppo ha optato per la lingua nazionale, usata tranne in un paio di canzoni cantate ancora in inglese.

Il disco apre con la grintosa “Pogresno Zname”, il ritmo è sincopato e incalzante, la chitarra graffia e Kristina canta con grande convinzione, il cantato in lingua sicuramente l’aiuta e la lascia libera di esprimere tutta la sua carica, comunque nel booklet ci sono tutti i testi tradotti, per cui si ha comunque la possibilità di capire di cosa parlano e devo dire che ci sono dei passaggi interessanti, emerge la classica critica, spesso caustica, del punk contro i mali dei nostri tempi, materia su cui è sempre bene riflettere. I brani si susseguono con ritmo febbrile e lo stop and go di “Makedonski Son” piace, la band riesce bene ad esprimere il disagio in un tessuto musicale ruvido, ma che non urta. “A Bone to the Dog” è il primo pezzo in inglese, Kristina non perde smalto, il sound pur restando in linea con le cose precedenti, si fa più dark e la chitarra graffia di più e mi piace parecchio. “Bar Kultura” musicalmente sembra la prosecuzione del pezzo precedente, l’inizio è quasi uguale, solo che qui è dilatato, e anche il ritmo è molto simile, mentre la chitarra è più presente, meglio la traccia seguente, dal titolo impossibile, sembra una versione molto più punk dei primi U2. La title track, che significa “A Forbidden Planet” è un pezzo duro, sicuramente uno dei momenti migliori del disco e il gruppo mostra il meglio di sé. Non male neanche “Ordinary Toy”, anche se un tantino più prevedibile. Le tentazioni gothic punk tornano prepotenti con l’impulsiva ottava traccia. Molto intensa anche la conclusiva “Leb i Igri”, coi suoi rimandi pieni di riferimenti, il gruppo dimostra tutta la sua cultura.

I Bernays Propaganda sono una band sempre più matura, con un songwriting sufficientemente vario e ci sanno fare coi testi, certo il genere trattato rischia di confinarli in un terreno di soli appassionati, ma se sapranno tenere duro, col tempo potrebbero davvero diventare una band di punta per tutta la scena balcanica. GB

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