Sono passati tre anni dal disco precedente e i macedoni Bernays Propaganda,
oltre ad aver consolidato il proprio status di gruppo macedone tra
i più prolifici ed attivi, hanno subito un drastico cambio
di formazione. Sono usciti il bassista e il batterista, al posto del
primo è ritornato il primo bassista della band, mentre al secondo
è subentrato Deni Krstev, che si occupa di drum machine ed
effetti sonori, quindi un cambio importante. Anche la musica ha subito
una virata brusca, diventando più elettronica e più
vicina a certa new wave anni ottanta, in particolare fa riferimento
ai New Order e alla musica tedesca chiamata indietronica, che francamente
non conosco ancora.
I vecchi fan resteranno abbastanza sorpresi dal cambio di rotta, anche
se fondamentalmente siamo sempre in un contesto di musica di protesta
abbastanza duro, ma forse meno incisivo. Il carattere post punk mantiene
la connessione col passato del gruppo, però certe melodie più
facili e le ritmiche ottantiane pulsanti e venate di elettronica potrebbero
portare nuovi seguaci alla band. Mi vengono in mente anche certe cose
degli sloveni Laibach. Comunque chi come me è cresciuto, suo
malgrado, avvolto dai suoni sincopati dell’elettronica post
punk degli anni ottanta, proverà più di un brivido,
perché i Bernays Propaganda rileggono questi stilemi con personalità
e intelligenza e ne escono con questo disco pungente e intrigante.
Kristina canta in modo sensuale e penetra nella mente dell’ascoltatore.
La scelta della lingua madre potrebbe essere un altro fattore deterrente,
però aggiunge anche un tocco esotico che qualche mente aperta
potrebbe gradire.
Nel complesso troviamo una serie di brani costruiti con cura, l’attitudine
punk è ancora viva, ma è mitigata dalla voglia di progredire
verso un sound più maturo e mi sembra che la band sia sulla
strada giusta. GB
Altre recensioni: My Personal Holiday;
Zabraneta Planeta
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