Il simpativo
Bevivino ci ha preso gusto e torna ormai regolarmente a presentarci
nuove idee, nuove folli avventure musicali, tutte all’insegna
di una reale libertà espressiva, credo in effetti di aver conosciuto
pochi artisti così liberi come Alessandro.
Ovviamente ci sono alcuni elementi ormai irrinunciabili, come l’inglese
maccheronico, la gogliardia assoluta e lo sproloquio, tutto da prendere
con sguardo disincantato e con affetto. In questo disco Bevivino è
tornato principalmente al country western acustico e sguaiato del
primo disco, molto drunken e volutamente politically uncorrect e ci
piace proprio per questo.
La prima traccia “Fuga di Zakharia…” è una
sfuriata acustica incalzante, fa proprio pensare ad una corsa, lo
sfondo è proprio western, da film primi anni ’70, quelli
coi messicani sempre cattivi, girati in Sardegna. In “Out of
Control” il nostro veste panni elettrici e da vita ad un brano
moderno piuttosto diverso dal resto, ma con le premesse che abbiamo
fatto ci sta. “I’ma Shit Blues” è la sintesi
perfetta di quanto ho detto, gogliardia assoluta su base blues, Alessandro
prende in giro sé stesso e non si può non sorridere.
“Verbo Nero”, ecco la sua idea di western in chiave rock
’n’ roll, tutta sguaiata a tratti oltraggiosa e tutta
da godere, se vi piace questo pezzo vi piacerà anche tutto
il resto, altrimenti… “Luisa and Bomber” è
uno dei brani più musicali del disco, quasi punk e funziona.
“Serenata per Dasi…” ci restituisce il Bevivino
più dissacrante, ormai avete capito che il nostro è
un tipo poco raccomandabile e sotto, sotto sono convinto che lui rida
sotto i baffi a leggere quello che ho scritto. “Black Water
(Alcolic Version)” c’è bisogno di aggiungere altro?
Chiude “Western Session” l’unico brano che supera
i cinque minuti, gli altri sono praticamente tutti sotto i tre, anche
se in fondo è un folle mix di altri brani, tutti dotati della
visionarietà malata di questo personaggio romanticamente anomalo.
Le tracce del cd sono tutte molto brevi, questo è sia pregio
che difetto, ogni tanto si sente il desiderio di ascoltare un pezzo
più strutturato, sono convinto che Bevivino sia in grado di
farlo, basta che creda un po’ di più nella bontà
di quanto sta realizzando. GB
Altre recensioni: I Corti di Verbo Nero;
Dead Ballad Session; Figli
di Polvere e Vento
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