Rock Impressions

Massimo Bubola - In Alto I Cuori MASSIMO BUBOLA - Romagna Nostra
Eccher Music
Distribuzione italiana: Self
Genere: Rock Italiano
Support: CD - 2013


Torna Bubola con un album dal titolo emblematico, stiamo attraversando questa crisi che sembra non avere fine e lui, da artista qual’è, propone un titolo di speranza, in controtendenza si potrebbe dire. In Alto i Cuori è la sua nuova raccolta di canzoni, meno rock e più folk rispetto ad altri suoi lavori precedenti, ma comunque nel segno di una continuità artistica invidiabile. Dell’importanza di Bubola abbiamo già parlato in passato e non voglio ripetermi, ricordo solo che è uno dei cantautori più personali e originali del nostro panorama, veramente rock, ma anche profondamente melodico e poetico.

Il nuovo disco si apre con una ballata che contraddice il titolo dell’album, “Hanno Sparato a un Angelo”… un bambino che era in braccio al suo papà e non possiamo piangere perché non abbiamo più lacrime, la penna di Massimo è ancora ricca di poesia, non importa che sia o meno una storia vera, Bubola dipinge con estrema delicatezza e forza al tempo stesso una tragedia e in fondo ci dipinge un mondo e un tempo che rispecchia il nostro mondo e il nostro tempo, in cui si perde il senso della vita e molto altro e lui riesce a mettere tutto nelle poche righe di questa ballata triste. “Un Paese Finto” è una critica ben poco velata del nostro presente, in fondo è la degna continuazione del brano precedente, un’altra amara riflessione, per cui l’invito del titolo del disco assume ancora più forza. Non a caso ecco che dopo tanta amarezza arriva un brano folk che spiega l’idea sottostante del cantautore “Cantare e Portare la Croce”, dove ogni pietra sul cammino nasconde una goccia di sangue, ma bisogna avere buoni ricordi per andare avanti. “Al Capolinea dei Sogni” ricorda molto le vecchie produzioni del cantautore veronese, meglio la successiva “Lacrime Parallele”, che è molto ispirata, il testo è di una bellezza commovente. “Analogico Digitale” è una riflessione sulla modernità che avanza e a cui Bubola sembra non volersi adeguare, una ballata blues molto sofferta e americana… “analogico è il blues” mentre il digitale è “il male”, davvero bella. Con “A Morte i Tiranni” Massimo torna a graffiare e fa pure male, quasi un invito alla ribellione, un brano “sovversivo”, ma quanto ci sarebbe bisogno di rialzare almeno un po’ la testa. Il concetto viene rafforzato dalla successiva “Tasse sui Sogni”, ancora un blues, più graffiante… “non siete stanchi?” chiede Bubola. “Una Canzone che Mi Spacca il Cuore” è un po’ sottotono rispetto al resto, la si potrebbe chiamare un filler, peccato il titolo mi piaceva. Anche “Ridammi Indietro” non aggiunge molto al valore del disco. La title track chiude l’album, “in alto i cuori quando tutto crolla…” è l’invito finale, sperare contro ogni speranza, un messaggio buono, soprattutto in questi tempi cattivi.

In fondo il modo di esprimersi di Bubola non è cambiato rispetto al passato, il suo stile è sempre molto ben riconoscibile, sia nello scrivere i testi, sia nel comporre le musiche, sia nell’interpretare il tutto, ma è comunque un disco molto ispirato, un disco che fa riflettere e che merita di essere ascoltato. GB

Altre recensioni: Ballate di Terra e d'Acqua; Romagna Nostra

Intervista: 2007


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