Rock Impressions

Budjana Dewa - Surya Namaskar BUDJANA DEWA - Surya Namaskar
Moonjune Records

Genere: Fusion
Support: CD - 2014


Il momento di grazia del chitarrista indonesiano Dewa Budjana sta proseguendo a ritmi serrati, credo grazie anche alla complicità della Moonjune, che , oltre a farci scoprire talenti da tutte le parti del mondo, favorisce collaborazioni di grande spessore. In questo nuovo parto discografico Dewa ha suonato con il bassista Jimmy Johnson (James Taylor, Allan Holdsworth, Lee Reitenour) e il batterista Vinnie Colaiuta. Troviamo poi il tastierista Gary Husband (Allan Holdsworth, John McLaughlin) nel primo brano e il chitarrista Michael Landau in un altro. Tutti nomi che non hanno bisogno di grandi presentazioni, si tratta di virtuosi che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo del modo di suonare i rispettivi strumenti.

Il nuovo disco di Budjana, il terzo per la Moonjune, è composto da otto brani tutti mediamente lunghi, all’insegna di una fusion esuberante e ricca di sfumature folk tipiche della terra di origne di Dewa. Il nostro è riuscito a inserire le sue radici in un genere che sembrava standardizzato e poco incline alle evoluzioni. “Fifty” parte quasi come un brano occidentale, poi pian piano entrano elementi etnici, mentre la sezione ritmica fa letteralmente scintille, con tempi dannatamente complessi, quando poi parte l’assolo di chitarra si rimane letteralmente a bocca aperta per la fantasia e la tecnica espresse, anche il contributo di Husband si fa notare, in chiusura i musicisti ironizzano sulle follie reciproche. In “Duaji & Guruji” il rock, il jazz e le influenze etniche si mescolano in un mix variopinto e ricco di gusto, coi soliti intrecci funambolici di mezzo. I brani presentano nell’insieme una discreta varietà e ci sono soluzioni più morbide e riflessive come “Capistrano Road”, che si alternano alle scorribande descritte prima, la musica proposta è quasi interamente strumentale, salvo il brano “Kalingga”, il più etnico in senso orientale del lotto, con un riff che rivela molte influenze, che abbiamo ritrovato in tanti artisti occidentali affascinati dall’oriente (vi dice niente Kashmir dei Led Zeppelin?). Il caleidoscopio di emozioni continua fino alla fine del cd senza cali di tensione, in una ricerca continua di innovative soluzioni personali.

Un altro centro per Budjana, che conferma tutte le impressioni positive, un artista in piena ascesa, che sicuramente ci riserverà ancora tante sorprese. GB

Altre recensioni:
Dawai in Paradise; Joged Kahyangan; Naurora

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