Chi
segue il panorama del Rock Progressivo italiano, conoscerà
sicuramente il nome della band siciliana Conqueror. Una delle realtà
in azione gia dal 2003, quando “Istinto” ci ha presentato
una band acerba ma gia dalle grandi potenzialità. Natale Russo
(batteria) e le sorelle Riganò (tastiere e fiati) dimostrano
una crescita artistica inconfutabile con il nuovo “Madame Zelle”,
quarto album da studio se non ci vogliamo aggiungere l’ep “Sprazzi
Di Luce” del 2009.
La proposta ha molto degli anni ’70, grazie all’uso del
flauto e delle tastiere, inevitabile l’accostamento con nomi
altisonanti quali Le Orme. I Conqueror si sentono ancorati a quelle
sonorità che hanno fatto la fortuna del genere, ma riescono
ad impreziosirle grazie anche al calore mediterraneo della loro cultura.
Tutto ciò si rifrange nel suono e sulle composizioni, l’inizio
di “Indonesia” ne è testimone. Il disco è
un concept album che tratta la vita dell’affascinante spia Mata
Hari . Il disco si apre con “Margaretha” , una minisuite
ricca di ogni ingrediente che rende un brano Prog manna per il fans.
Il refrain finale è coinvolgente e porta all’evidenza
la maturità di questo quintetto completato da Mario Pollino
alle chitarre e da Gianluca Villa al basso.
La strumentale “Indonesia” è accattivante, adatta
per una ballerina affascinante proprio come Mata Hari. In generale
“Madame Zelle” è un disco molto vario, appropriato
per molti tipi di ascoltatori, perché questa è una musica
ricca di influenze e di buone melodie. Quello che forse andrebbe migliorato
è il canto, non tanto come voce, quella di Simona, bella e
melodiosa, quanto come struttura incastrata nel contesto strumentale.
Perfette invece le parti strumentali che vivono di un fascino assolutamente
ammaliante. Godibili negli assolo come in “Fascino Proibito”
ed in molti altri frangenti. “Eleganza Perfetta” scorre
via piacevolmente, mentre “H21” va ad estrapolare nel
tempo passato certi giri armonici che sicuramente faranno venire la
pelle d’oca ai più attempati di voi (chi ha detto Arti
& Mestieri?). La musica dei Conqueror straborda cultura Prog come
poche altre band hanno saputo dimostrare. Ascoltare brani come “Doppio
Gioco” e “Da Sola” è avere la conferma di
come si possono comporre canzoni orecchiabili anche in un genere complesso
come questo. Ma come spesso si dice, dulcis in fundo, perché
“Ad Occhi Alti” è uno dei brani più belli
del disco, quasi nove minuti di intriganti sonorità, spesso
ruffiane, ma sempre avvolgenti. Immancabili cambi di tempo ed ancora
Orme nelle tastiere di Simona, mentre il sax nel finale di Sabrina
fa concludere l’ascolto di “Madame Zelle” ad occhi
chiusi.
Un disco che presenta al mondo una delle più belle realtà
italiane ed io mi arrabbio sempre di più ogni volta che ascolto
cose del genere, perché non mi spiego mai come una musica così
bella non venga considerata degnamente dal grande pubblico! I Conqueror
ancora una volta fanno un passo avanti. MS
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