Eccoci al nuovo appuntamento coi greci Daemonia Nymphe di Spyros Giasafakis
ed Evi Stergiou, aspettavamo il loro ritorno dal 2007, davvero un
lasso di tempo molto lungo e l’attesa del loro quarto album
non è stata vana, hanno contribuito alla sua realizzazione
molti musicisti, alcuni davvero importanti come Peter Ulrich (ex Dead
Can Dance), Peter Jaques (Stellamara), alcune cantanti della Bulgarian
Choir di Londra e molti altri, per un risultato davvero corale. Sulle
caratteristiche della musica di questi ricercatori mi sono già
ampiamente soffermato nelle recensioni precedenti, per cui non intendo
ripetermi, si tratta di pagan folk, con forti reminiscenze classiche,
suoni ancestrali e rituali di profondo impatto emotivo.
Il nuovo disco non si discosta dai precedenti, ne prosegue piuttosto
il percorso e fin dall’iniziale “Zephyros’s Enlightening
Anemos” si viene catapultati nel mondo misterico dei greci,
le suggestioni sono molte, tante quanta la bravura di questi artisti
nel ricreare un climax anticamente conturbante. La strumentazione
acustica a base di antichi strumenti musicali conferisce un’aura
molto credibile al tutto e si ha davvero la sensazione di fare un
viaggio nel tempo. Unico neo, se volete, è l’atmosfera
plumbea che permea il disco, l’esoterismo e la ritualità
di cui è foderato il sound dei greci rende il tutto molto serioso,
ma ovviamente ne aumenta l’intensità drammatica. Fra
nenie antiche e riti dimenticati si snoda il percorso iniziatico dei
Daemonia Nymphe, che ci guidano con forza nei meandri di sonorità
ancestrali, guide più spirituali che artistiche, un viaggio
fatto di dieci tappe, ognuna con un proprio sapore, una propria essenza,
una fragranza sottile ed esotica, dove spezie e incensi profumano
i suoni.
Non è semplice accostarsi alla musica di questi artisti, ma
di sicuro non si resta indifferenti, o meglio non vorrei mai assomigliare
a uno che resta indifferente a queste proposte. GB
Altre recensioni: The
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at La Nuit des Fées
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