INTERVISTA
AI DEATH RIDERS
di Massimo Salari
Ciao
ragazzi, presentatevi al nostro pubblico, chi sono i Death Riders?
Ciao a te e a tutti i lettori! Si, siamo una band marchigiana,
di Fabriano e ci siamo formati …nei lontani tempi della scuola.
I colpevoli di tutto questo sono Marco Monacelli (chitarra) e Cristiano
Coppa (Basso) , i quali si sono diverti a suonare cover di diversi
gruppi fra i quali i Kiss, Dio e Thin Lizzy. La nostra esistenza musicale
è stata travagliata e colpita da diverse defezioni, fino ad
arrivare ai giorni nostri con una line–up ritrovata e vogliosa
di fare il meglio. Siamo Cristiano Coppa (basso), Marco Monacelli
(chitarra ritmica), Valerio Gaoni (voce), Francesco Pellegrini (Chitarra
solistica) e Alessio Monacelli (batteria). Abbiamo alle spalle quattro
demo, “Up The Hammers “ del 2003, “Death Riders”
del 2005 , “When everything Lies” del 2006 e l’ultimo
“ Inner Synthesis” del 2008.
Da dove deriva il nome Death Riders?
Il nome è estrapolato dal primo disco degli Anthrax,
“Fistful Of Metal”. E’ il primo brano del lato uno
e ci è piaciuto anche per l’assonanza, lo abbiamo dato
io (Marco) e Cristiano. Concettualmente parlando però Death
Riders rappresenta per noi l’affrontare la vita, cavalcando
la morte.
Parliamo di “Inner Synthesis”, come nasce e di
cosa parla?
Nasce da un affiatamento del gruppo disperato, ad un passo
dallo scioglimento…provare l’ultima Canches. Abbiamo avuto
l’ultima defezione dal chitarrista Fabiano Pietrini che ci ha
fatto molto pensare. Ma oggi ci ritroviamo inaspettatamente bene,
questa prima prova della nuova formazione ci piace, ci troviamo molto
affiatati.
E’ una metafora nella metafora, la sintesi della mente dei componenti
che vivono questa nuova rinascita, vista come confronto tra più
parti, ma che confluisce in ogni singola persona. Un concept che descrive
le sensazioni dei sentimenti umani, la lotta fra morte e rinascita.
Quali sono le differenze sostanziali dai precedenti demo?
Dal punto di vista stilistico c’è stato poco
cambiamento, il nostro Power Metal grosso modo è rimasto invariato,
diciamo che c’è stata una presa di coscienza delle idee
altrui, il confronto di venire incontro all’altro e questo si
è ripercosso nel nostro modo attuale di suonare. Il suono si
è appesantito, questo si, nulla poi è calcolato, una
presa di coscienza delle idee che sono confluite nel vero suono dei
Death Riders.
Qual è il brano che rappresenta meglio l’universo
Death Riders?
“Far Away”, perché unisce tutti gli elementi
dei singoli componenti. Amalgama il tutto in una energica ballata
che sfocia in un riff pesante, violento che racchiude il nostro istinto
Trash Metal. Questo sta proprio a dimostrare la nostra alchimia ritrovata,
cinque elementi che si ritrovano come in un puzzle e che si incastrano
bene. I nostri gusti musicali differenti ci completano.
Quale errore non avreste voluto commettere?
Ci siamo rilassati troppo su un cd che poi in effetti non
era altro che l’inizio del nostro percorso artistico, ossia
“When everything Lies”. Aveva un bel tiro commerciale
e questo ci ha fatto un poco adagiare, forse ci siamo troppo sottovalutati.
A che cosa state lavorando ora?
Ecco, questo ci riallaccia proprio alla tua domanda precedente
sull’errore, questa volta non lo commettiamo, finito “Inner
Synthesis” ci sono gia idee per il futuro. Le stiamo concretizzando
e stiamo ripercorrendo un nuovo percorso artistico. Ci evolviamo,
scriviamo i pezzi in maniera differente, curando di più la
melodia e la potenza. Gli arrangiamenti sono migliori, più
curati. Anche Alessio (batteria) partecipa alle composizioni, tutti
in definitiva ci diamo da fare.
Quindi non c’è un vero leader nella band?
Esatto, non c’è. Ognuno cura un aspetto, una
entità che si muove all’unisono….in contemporanea.
Quale colonna sonora di un film famoso vi sarebbe piaciuta
suonare?
(i Death Riders confabulano molto) diremmo Braveheart, Il
Corvo , 300 e Matrix!
Se la vostra musica fosse un colore, quale sarebbe?
Mh…. Secondo noi è perfettamente rappresentata
nell’artwok del disco da parte di Marco Stagnozzi, un viola
scuro, si, viola scuro.
…E se foste una pietanza?
(risate) che domanda curiosa… sicuramente carne alla
brace e zuppa inglese! Si ma attenzione, possibilmente non insieme…ahahahah
In sede live, qual è il concerto che vi è piaciuto
suonare di più e perché?
Il “Viking Day 2” a Fabriano, per noi importante,
perché è stata l’occasione per suonare “Far
Away” dedicata al nostro amico scomparso Giorgio Lenci. E poi
è stata anche la prima uscita ufficiale con la nostra nuova
formazione, una sorpresa anche per noi, perché ci siamo resi
conto, o meglio abbiamo avuto una conferma ufficiale, della nostra
nuova alchimia ritrovata. Ma ci piace suonare ovunque ed abbiamo la
fortuna di avere anche un Fans Club che ci segue ovunque. Poi il piacere
di uscire e ritrovarsi con gli amici sul palco non ha eguali. La gavetta
non finisce mai, ci arricchisce di volta in volta e questo lo puoi
anche ascoltare nei nostri più recenti lavori. Suonare e non
guadagnare ti fa capire l’amore che abbiamo per questa musica!
Lo facciamo poi per poter offrire anche una alternativa a chi ascolta
passivamente tutto ciò che il music businnes offre.
Vi è mai capitato uno spettacolo indecoroso?
(risate) Si, si, ad una serata concorso svoltasi ad Angeli
Di Rosola, un mini festival estivo.
Abbiamo suonato tardi, il nostro turno non arrivava mai…. Nell’attesa
avevamo bevuto un po’ troppo e Valerio (cantante) dopo i primi
quattro minuti del primo pezzo, crolla indegnamente sulla batteria
schiantandosi! Il pubblico per fortuna a quell’ora era davvero
poco numeroso….
Quali sono le vostre influenze musicali?
Alessio: Power Melodico, Blind Guardian, Helloween e Kamelot
in primis.
Francesco: La mia formazione musicale è molto legata agli anni
’70, all’hard Rock dei Led Zeppelin, dei DeepPurple, ma
anche Dream Theater, Symphony X, Rage, Iron maiden, Testament e Nevermore.
Marco: Slayer, Testament, Meshuggah e Slipknot. (si vede che sono
una chitarra ritmica? Ahahah)
Cristiano:Heavy Metal anni ’80, Epic Metal, dai Savatage a Dio,
Virgin Steel e molti altri del genere.
Valerio:Blind Guardian, Nevermore, Symphony X, In Flames, Opeth, Arcturus.
In generale, nel panorama musicale, quale copertina cd preferite?
(confabulano per cinque minuti) “Nightfall In Middle-Hearth”
dei Blind Guardian.
Bene, ora questa copertina la farete voi, come la rappresentereste?
(i componenti rispondono inaspettatamente veloci e in coro)
Una fata che piange avanti ad una battaglia. Dietro a loro delle montagne
innevate e sopra la battaglia i tre stemmi del Silmarillion (Signore
Degli Anelli).
Avete intenzione di fare un DVD?
Si, ci siamo prefissati di fare un live completo, ma non
solo questo. Ci devono essere anche riprese in studio, proprio per
il piacere del fans club. Magari simpatiche, per farsi due risate…
Perché una etichetta dovrebbe arruolarvi?
Non ci deve prendere perché siamo migliori di qualcun
altro, ma per darci l’opportunità di crescere ancora,
noi dentro ne abbiamo. Siamo gente che vive la passione della musica
in maniera totale, cosa che oggi nel circuito sembra venir meno. Poi
la nostra non è una musica fatta a tavolino, viene direttamente
dalla nostra natura. Abbiamo si i nostri punti di riferimento, come
ti abbiamo detto prima, ma ci muoviamo con naturalezza. Ognuno di
noi ha gusti differenti e alla fine tutto questo ci completa.
Il fatto di stare in una città di provincia, vi stimola
di più o secondo voi vi penalizza?
Massimo, lo sai anche tu che dalle nostre parti il mercato
non esiste. Tutto tace, ma noi diremmo alla fine che ci stimola, perché
non ci sono gruppi nella zona che fanno musica come la nostra. Per
questo ci sentiamo di rappresentare al meglio la nostra città.
Cercheremo di fare il nostro meglio…ehehehhe
Se vorreste contaminare il vostro sound, con quale strumento
lo fareste?
Sicuramente le tastiere. Gia le adoperiamo per gli intro,
ma solo per quelli, tanto per dare più atmosfera ai brani.
Poi oggi le tastiere possono produrre qualsiasi suono, per cui sono
lo strumento eventualmente più completo e papabile.
Generalmente su cosa non vi trovate d’accordo?
Sugli ascolti, Marco è sempre bastian contrario, quando
una cosa a noi ci piace a lui non va… ehehehe
Secondo voi, perché il Metal è un genere suonato
da poche donne?
Vero, giusto… In effetti la donna pensa più
all’estetica delle cose e delle forme, mentre l’uomo concepisce
le cose dall’interno ed il Metal è un fattore interno.
Sta nella natura delle donne comportarsi in questo modo, non vuole
essere assolutamente una offesa! E poi l’uomo è più
duro e battagliero, il Power è questo! Battaglie, potenza…
insomma non proprio un atteggiamento femminile, no?
Bene, abbiamo fatto questa intervista avanti ad un bel piatto
di pizza e ci siamo divertiti, ma per concludere, che cosa avreste
voluto che io vi chiedessi?
“…ragazzi… pago io il conto?” (risate).
Beh, lo pagherei pure, il problema non è la pizza….è
il vino…ahahahah
Altre interviste: 2011
Recensioni: Inner Syntesis; Through
Centuries Of Dust; New Captivity
Contatti: deathriders@virgilio.it
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