Rock Impressions

Death Riders - Through Centuries of Dust DEATH RIDERS - Through Centuries of Dust
Lost Sound Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Power Thrash Metal
Support: CD - 2011


I Death Riders sono una band proveniente dalle Marche e precisamente da Fabriano. In un territorio dove il genere Metal viene bandito ed ignorato da tutti coloro che invece dovrebbero valorizzare le band e la cultura in generale, i Death Riders da questa situazione sembrano trarne energia. I cinque ragazzi si cimentano in un genere alquanto diretto e potente in quanto amanti del Metal in generale e dopo sette anni di sforzi psicologici, cambi di line up e tre demo, finalmente giungono al loro debutto discografico dal titolo “Through Centuries Of Dust”.
La band è composta da Marco (Cane) Monacelli (Chitarra), Cristiano Coppa (Basso), Alessio Monacelli (Batteria), Francesco Pellegrini (Chitarra solista e tuttofare) e Valerio Gaoni (Voce).Un debutto dunque meritato, non solo perché avvenuto come dicevo in presupposti avversi, ma soprattutto perché i ragazzi hanno cose interessanti da dire. Il disco parla delle condizioni umane e della morte in generale, intesa come un passaggio, come dicono gli stessi protagonisti “morire è come un nuovo sorgere”, poi sta ad ognuno di noi interpretare il messaggio a proprio piacimento.

La musica contenuta nel disco è suddivisa in undici tracce, nessuna delle quali è contrassegnata da un numero, in quanto l’intento del realizzatore della cover Marco Stagnozzi , è quello di ritenerle tutte dello stesso livello. Il genere proposto è un mix dettato dalle personalità dei singoli componenti, si passa dal Thrash Metal al Power più classico e a qualche tinta di Progressive Metal. Il mastering è stato realizzato nei studi finnici di Mika Jussila, del quale si è parlato in molte recensioni e per maggiori dettagli vi consiglio di sbirciare qui: http://www.mikajussila.fi/en/music/artists tanto per farvi capire la caratura del personaggio.

Ma veniamo alla musica, il primo brano mette subito in evidenza le capacità degli artisti, con coralità che sembrano fare l’occhiolino ai Blind Guardian. Ottima la prova vocale di Gaoni, il quale riesce a modulare la voce a seconda dei casi, parti pulite a spunti rabbiosi più grezzi. Impossibile restare indifferenti avanti al ritornello trascinante. “Legion” segue con ulteriore adrenalina in serbo, ancora una volta le coralità ed un ritornello convincente fanno si che tutto resti impresso nella mente di chi ascolta. Buoni i dialoghi da parte delle chitarre ed interessanti i cambi di tempo. I Death Riders non si sforzano ad essere originali a tutti i costi, piuttosto badano al sodo e riescono nell’intento di trasmettere divertimento, quello che loro provano nel suonare questa musica. Più incalzante il ritmo in “Death Riders” altro brano epico e trascinante. Più introspettivo ed articolato “Shelter”, dove si parla tristemente della morte di una ragazza, qui l’anima più oscura e malinconica della band fuoriesce fra le note, proponendo un Metal rasente il Gothic. Più canonica “The Eclipse”, in perfetto stile Power Metal mentre “Season Of Loss” mostra i muscoli della band. “War Inheritance” descrive i scenari apocalittici di Hiroshima e Nagasaki e quindi via di corsa su timbriche sostenute e drammatiche. Ottimo il lavoro ritmico da parte di Alessio e Cristiano, buona intesa fra gli elementi a dimostrazione che suonare per anni assieme porta ad ottimi risultati. “Sinfonia” scorre senza troppi sussulti, ma con buona classe, mentre “Reason And Fate” possiamo etichettarlo come un classico dei Death Raiders. Segue “Crimson Liberty”, dove si parla drammaticamente di campi di sterminio, un brano pesante ed articolato, dove la ritmica parte improvvisamente verso cavalcate in stile Blind Guardian. Cambi di tempo spezzano l’ascolto, rendendo questo uno dei brani più interessanti del disco. Chiude “When Everything Lies”, il lato nuovamente gotico della band. Voce e chitarra dove Valerio disegna malinconiche melodie color pastello.

Questi in definitiva sono i Death Riders ed il loro “Through Centuries Of Dust”, un disco che pur essendo un debutto colpisce per freschezza e capacità. Consigliato a tutti coloro che ascoltano Heavy Metal in generale e se dovessi dare loro un voto darei sicuramente un bel sette. Ora, cari ragazzi, attendiamo curiosi le vostre future realizzazioni… stupiteci, ma intanto “Benvenuti”! MS

Altre Recensioni: Inner Synthesis; New Captivity

Interviste: 2008; 2011

Contatti: deathriders@virgilio.it


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