I Death Riders sono una band proveniente dalle Marche e precisamente
da Fabriano. In un territorio dove il genere Metal viene bandito ed
ignorato da tutti coloro che invece dovrebbero valorizzare le band
e la cultura in generale, i Death Riders da questa situazione sembrano
trarne energia. I cinque ragazzi si cimentano in un genere alquanto
diretto e potente in quanto amanti del Metal in generale e dopo sette
anni di sforzi psicologici, cambi di line up e tre demo, finalmente
giungono al loro debutto discografico dal titolo “Through Centuries
Of Dust”.
La band è composta da Marco (Cane) Monacelli (Chitarra), Cristiano
Coppa (Basso), Alessio Monacelli (Batteria), Francesco Pellegrini
(Chitarra solista e tuttofare) e Valerio Gaoni (Voce).Un debutto dunque
meritato, non solo perché avvenuto come dicevo in presupposti
avversi, ma soprattutto perché i ragazzi hanno cose interessanti
da dire. Il disco parla delle condizioni umane e della morte in generale,
intesa come un passaggio, come dicono gli stessi protagonisti “morire
è come un nuovo sorgere”, poi sta ad ognuno di noi interpretare
il messaggio a proprio piacimento.
La musica contenuta nel disco è suddivisa in undici tracce,
nessuna delle quali è contrassegnata da un numero, in quanto
l’intento del realizzatore della cover Marco Stagnozzi , è
quello di ritenerle tutte dello stesso livello. Il genere proposto
è un mix dettato dalle personalità dei singoli componenti,
si passa dal Thrash Metal al Power più classico e a qualche
tinta di Progressive Metal. Il mastering è stato realizzato
nei studi finnici di Mika Jussila, del quale si è parlato in
molte recensioni e per maggiori dettagli vi consiglio di sbirciare
qui: http://www.mikajussila.fi/en/music/artists tanto per farvi capire
la caratura del personaggio.
Ma veniamo alla musica, il primo brano mette subito in evidenza le
capacità degli artisti, con coralità che sembrano fare
l’occhiolino ai Blind Guardian. Ottima la prova vocale di Gaoni,
il quale riesce a modulare la voce a seconda dei casi, parti pulite
a spunti rabbiosi più grezzi. Impossibile restare indifferenti
avanti al ritornello trascinante. “Legion” segue con ulteriore
adrenalina in serbo, ancora una volta le coralità ed un ritornello
convincente fanno si che tutto resti impresso nella mente di chi ascolta.
Buoni i dialoghi da parte delle chitarre ed interessanti i cambi di
tempo. I Death Riders non si sforzano ad essere originali a tutti
i costi, piuttosto badano al sodo e riescono nell’intento di
trasmettere divertimento, quello che loro provano nel suonare questa
musica. Più incalzante il ritmo in “Death Riders”
altro brano epico e trascinante. Più introspettivo ed articolato
“Shelter”, dove si parla tristemente della morte di una
ragazza, qui l’anima più oscura e malinconica della band
fuoriesce fra le note, proponendo un Metal rasente il Gothic. Più
canonica “The Eclipse”, in perfetto stile Power Metal
mentre “Season Of Loss” mostra i muscoli della band. “War
Inheritance” descrive i scenari apocalittici di Hiroshima e
Nagasaki e quindi via di corsa su timbriche sostenute e drammatiche.
Ottimo il lavoro ritmico da parte di Alessio e Cristiano, buona intesa
fra gli elementi a dimostrazione che suonare per anni assieme porta
ad ottimi risultati. “Sinfonia” scorre senza troppi sussulti,
ma con buona classe, mentre “Reason And Fate” possiamo
etichettarlo come un classico dei Death Raiders. Segue “Crimson
Liberty”, dove si parla drammaticamente di campi di sterminio,
un brano pesante ed articolato, dove la ritmica parte improvvisamente
verso cavalcate in stile Blind Guardian. Cambi di tempo spezzano l’ascolto,
rendendo questo uno dei brani più interessanti del disco. Chiude
“When Everything Lies”, il lato nuovamente gotico della
band. Voce e chitarra dove Valerio disegna malinconiche melodie color
pastello.
Questi in definitiva sono i Death Riders ed il loro “Through
Centuries Of Dust”, un disco che pur essendo un debutto colpisce
per freschezza e capacità. Consigliato a tutti coloro che ascoltano
Heavy Metal in generale e se dovessi dare loro un voto darei sicuramente
un bel sette. Ora, cari ragazzi, attendiamo curiosi le vostre future
realizzazioni… stupiteci, ma intanto “Benvenuti”!
MS
Altre Recensioni: Inner Synthesis;
New Captivity
Interviste: 2008; 2011
Contatti: deathriders@virgilio.it
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