Quanta
strada hanno fatto gli Epica dai tempi del debutto su Transmission
(purtroppo fallita dopo averci fatto conoscere grandi gruppi come
Ayreon e After Forver), e pensare che erano nati come costola dei
già citati After Forever, il chitarrista Mark Jansen aveva
fondato gli AF per poi dedicarsi a questo nuovo progetto e quasi tutti
gli altri strumentisti del gruppo hanno suonato almeno una volta anche
coi cugini. Oggi gli Epica della passionale Simone Simons sono una
band matura e cosciente delle proprie possibilità, hanno già
dato alle stampe quattro album e sei Ep cosolidando ad ogni uscita
la propria reputazione.
Questo album per certi aspetti può essere considerato quello
della maturità artistica, il gruppo propone una miscela esplosiva
di classico heavy metal, di black metal, di musica sinfonica con alcuni
influssi gothic, Simone canta in stile neo classico, mentre Mark esegue
le parti growl, abbondanti tastiere e parti orchestrali si alternano
a cavalcate malvagie in doppia cassa, davvero niente di nuovo sotto
il sole, solo che il gruppo esegue il tutto con una coerenza notevole
e aggiungerei anche con elevata classe.
L’album è molto lungo, superando i settantacinque minuti
divisi in tredici traccie, ma il songwriting è tale che il
tempo scorre senza che ci si annoi nell’ascolto. Certo si tratta
di qualcosa che suona sempre come già sentito, a livello compositivo
il gruppo non fa nessun passo avanti rispetto all’esordio, piuttosto
ridefinisce e migliora il proprio sound, lo confeziona meglio, da
alle stampe un disco molto ben fatto per la gioia dei tanti fans.
In definitiva nel suo genere questo è un gran disco, però
si è spento l’effetto novità e mi piacerebbe che
per il futuro la band cercasse anche qualche soluzione nuova e più
intrigante. GB
Altre recensioni: The Phantom Agony; We
Will Take You With Us; The Score
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