Per
le mani ho un disco che solo un fan del prog può amare e questo
è l'unico "difetto" che posso riscontrare in quest'opera.
Ovviamente la mia è una provocazione, perché la buona
musica non dovrebbe aver bisogno di etichette e, di conseguenza, un
buon disco dovrebbe piacere a tutti, sia che si tratti di dark, di
metal, di jazz o di country, ma sappiamo tutti che non è così.
Comunque mi voglio rivolgere in particolare ai lettori con la mente
aperta, per far loro scoprire un disco complesso e affascinante come
pochi.
Grande lirismo e forza espressiva, sicuramente non del tutto originali,
ma pregevoli in quanto privi di elucubrazioni cervellotiche. I brani,
anche quando sono molto lunghi (si viaggia su una media di dieci minuti
al pezzo!), possiedono una freschezza e una tensione che non annoiano
mai l'ascoltatore. Ci sono gruppi che, quando compongono, non fanno
altro che assemblare faticosamente un mosaico con pezzi che non si
incastrano, mettono qua e là cambi di tempo e d'atmosfera,
che non possiedono un senso comune e che non provengono da un progetto
unitario: l'importante è che il risultato finale sia quanto
più complesso ed intricato possibile. Ovviamente è l'ascoltatore
che subisce il tutto. Questo non succede con i Flamborough Head che
riescono nell'impresa di mantenere sempre un chiaro obiettivo.
La voce del singer è un po' impersonale, ma si dimostra un
ottimo interprete e riesce a coinvolgere emotivamente. Il gruppo si
avvale di due tastieristi di cui uno usa il synt, mentre l'altro privilegia
l'hammond, questo dualismo risulta accattivante e ben orchestrato
e conferisce ai brani una grande completezza. Lo spazio per il chitarrista
non è molto, ma riesce ad enfatizzare e dare drammaticità
alle canzoni spingendo sul versante metallico della band.
Questo disco ha il notevole pregio di saper coniugare complessità
e piacevolezza in modo mirabile! GB
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