Purtroppo
da qualche anno la Cyclops, una delle migliori etichette inglesi di
prog, non è più distribuita in Italia e abbiamo dovuto
contattare direttamente il gruppo olandese qui recensito per visionare
il loro terzo album in studio.
Molta acqua è passata sotto i ponti da quando è stato
pubblicato il precedente Defining The Legacy nel 2000, la bionda vocalist
Margriet Boomsma ha rimpiazzato Siebe-Rein Schaaf e il chitarrista
Eddie Mulder ha preso il posto di Andre Cents, mente gli altri tre
membri sono rimasti, ritroviamo alle tastiere Edo Spanninga, Marcel
Derix al basso e Koen Roozen alla batteria.
Questi due avvicendamenti sono però molto significativi, perché
è cambiato più della metà del motore compositivo
della band, ma devo dire che lo stile del gruppo non è stato
snaturato, le differenze principali sono nel fatto che cambia completamente
la voce e il secondo album era più cupo, quasi dark, mentre
il nuovo è molto più solare e poetico, la grafica stessa
delle due cover suggerisce queste impressioni e in questo senso i
due dischi si completano a meraviglia. Tra l'altro trovo che il nuovo
chitarrista sia meno elettrico, ma molto più bravo e presente.
Il prog dei Flamborough Head si muove fra suggestioni Pinkfloydiane
e celtiche, mentre la struttura è quella della scuola settantiana.
Le melodie si sono fatte sempre più personali e incisive e
si sente che il gruppo è cresciuto. Dalla title track a "Old
Shoes", da "Daydreams" a "Old Forest" è
un susseguirsi di buone emozioni e momenti di grande lirismo.
Bella la copertina e bello il concept sul seminatore, preso a simbolo
della vita, peccato che un lavoro così non sia facilmente reperibile
da noi, ma questo disco può essere acuistato inviando 16 euro
a Flamborough Head, Emmakade 126, 8933 AW Leeuwarden, Olanda e, credetemi,
ne vale la pena. GB
Altre recensioni: Defining the Legacy;
Tales of Imperfection
Intervista
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