Guardare indietro e realizzare che sono passati nove anni dal precedente
album dei Greenwall, un disco che non ho mai dimenticato, ma che non
pensavo così lontano nel tempo. Ricordo che per prima mi aveva
colpito la grafica insolita, affidata alla brava illustratrice Serena
Riglietti, che ha curato anche quelle di questo nuovo album. Poi le
musiche, sospese tra ricerca, sperimentazione, belle melodie e classiche
tensioni prog e ancora la voce di Michela Botti, all’epoca c’era
anche Sophya Baccini (si chiamava ancora semplicemente Sofia), insomma
un disco che per più di un motivo non doveva passare inosservato.
Oggi, nonostante gli anni passati ritroviamo quasi la stessa formazione,
con pochi e misurati cambi, con un contributo più corale alla
realizzazione del disco, ne esce un nuovo stuzzicante lavoro presentato
in doppia veste, cd più dvd.
Il cd è composto da tredici brani più una bonus track
per circa ottanta minuti di musica. Si parte con il brano a cappella
“Superpezzi”, che ricorda vagamente i Gentle Giant, ma
non vuole essere una citazione, per passare all’intima “Con
Precisione Eterna e Divina”, una ballata dal sapore neoclassico,
Michela mostra subito le sue ottime qualità vocali, il testo
mi ha colpito molto, oltre all’afflato poetico, parla dell’amore,
in modo molto poco convenzionale, forse è amore per Dio? Sarebbe
uno dei testi più belli scritti in questo senso. “Palla
di Legno” è un brano prog leggermente fusion con tentazioni
pop, la band ha svolto un grande lavoro compositivo e si avverte,
nota dopo nota, una cura meticolosa che si concretizza in un track
lista davvero molto varia. Tempi dispari e belle melodie sono la base
dell’ironica “Ma le Mele No”, mi piace il loro modo
di usare l’italiano, che in questo caso si integra bene con
le musiche, grazie anche all’abilità di Michela. La strumentale
“La Culla” è vagamente pinkfloydiana, ma anche
un po’ americana in certi passaggi, con delle percussioni world
music, un bel mix. Quattordici sono i brani ed è davvero difficile
riassumere tutto in una recensione, la cosa bella è che non
ci sono due brani simili, la band ha un proprio stile, ma lo confeziona
ogni volta in modo sensibilmente diverso, rimescolando le influenze
più diverse. L’abilità del gruppo viene messa
in bella mostra nella complessa “Non c’è Tempo
per Niente”, ancora fusion e world music, con ritmiche complesse
ed incalzanti e tanto feeling. Gli amanti del prog più classico
non devono farsi scappare la suite “Prelievo”, un vero
contenitore di idee. Bello il finale tutto in crescendo con brani
molto belli e molto prog. Bonus track (come se il disco non fosse
già abbastanza ricco) la suite “Il Petalo del Fiore”
di oltre sedici minuti, fra tensioni neoclassiche e sinfoniche, rock
energico e passaggi poetici pieni di lirismo, un ritorno più
che gradito.
Anche il dvd è molto ricco di contenuti, proprio come dovrebbe
essere questo tipo di strumento e i Greenwall ne hanno fatto davvero
uno scrigno per la gioia di tutti i loro estimatori. I contenuti sono
per lo più musicali, oltre ai filmati ovviamente, quindi niente
fotogallery, discografie o altre cose facilmente reperibili nella
rete, ma video interessanti e un’intervista veloce sul significato
del nuovo disco. Si parte col video di “Superpezzi”, dove
la band ha messo l’anima. Il filmato è ovviamente ironico
e l’ironia non manca anche in altri momenti del dvd. La canzone
recita “sono distrutto a superpezzi e siamo solo a lunedì”,
quindi ci sono facce da lunedì appunto, un’altra canzone
recitava “I don’t like Monday” siamo in linea. Poi
troviamo la cover di “Larks Tongues in Aspic”, rieseguita
con grande passione con sottofondo uno slideshow di immagini diverse,
la band ha inoltre inserito anche un medley riuscito con “Walking
on Air” sempre dei King Crimson e un brano proprio “Il
Corrispondente c’è? Non c’è”. Mi è
piaciuto in particolare il video di “No Title This Time”
che oltre ad immagini della band, mostra il lavoro artistico dell’illustratrice
Riglietti, mentre crea una delle belle immagini che impreziosiscono
il booklet. Troviamo anche il brano “The Wedding” proposto
nella compilation Kalevala, prodotta dalla Ciclops nel 2002 e altro
ancora.
Certo l’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la
pena, i Greenwall sono una band tutta italiana, ma degna di far parte
delle grandi, proprio come per i nostri gruppi degli anni settanta,
sembriamo sempre piccoli, ma poi quando si accorgono di noi lasciamo
il segno e questo disco sembra fatto proprio per lasciare una traccia
profonda nell’universo prog. GB
Altre recensioni: From the Treasure Box;
The Green Side of the Moon
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